Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha annunciato le sue dimissioni in Aula alla Camera ma non senza una difesa serrata del suo operato. “Me ne vado a testa alta”, ha detto. “Non chiedo garantismo – ha puntualizzato – perchè dai pm non c’è nessuna accusa”. E rivendica il lavoro di questi 22 mesi al ministero che “non possono essere cancellati in tre giorni”.
Stretto tra il pressing, anche nella maggioranza, e la pubblicazione di nuove carte dell’inchiesta grandi opere che lo lambiscono, il titolare delle Infrastrutture ha dunque ceduto annunciando ieri a ‘Porta a Porta’ che avrebbe lasciato il suo incarico. Per la successione tra le ipotesi c’è quella del presidente della commissione anticorruzione Raffaele Cantone. “A sole 72 ore dai fatti – ha detto – c’è la presa d’atto della necessità della mia scelta che sto compiendo e della mia comunicazione al presidente del consiglio e al presidente della Repubblica. A 72 ore dai fatti e a non da 72 giorni”.
Lupi ha parlato in un’Aula quasi vuota, non chiedo garantismo – “Non chiedo garantismo – ha esordito – per il fatto che non mi hanno rivolto alcuna accusa. Dopo due anni di indagini i pm non hanno ravvisato nulla nella mia condotta da perseguire”. La mia difesa della Struttura di missione del Ministero “non era una difesa acritica dello status quo”. “Per due volte – ha detto – sono stato vice presidente di questa Aula, e questo è il luogo dove compiere il gesto che mi accingo a fare. Il Parlamento è il luogo del consenso della sovranità del popolo, il luogo del potere, da qui emana la fiducia per il mio Ministero, è il luogo della responsabilità ed è mio dovere rendere conto dell’esercizio del potere a me affidato. Quindi sono pronto a rispondere di ciò che ho fatto in questi 22 mesi da quando ho giurato prima volta da ministro”. “E’ evidente a tutti, quanto sia inverosimile che un amico di famiglia da 40 anni abbia potuto accreditarsi a me regalandomi un vestito”. L’orologio che i Perotti hanno regalato a suo figlio – ribadisce – non lo avrebbe accettato: “Non gli ho chiesto di sostituirlo, se questo è il mio errore lo ammetto”, ha detto in Aula. Lupi, alla Camera, ha anche ribadito che i Perotti conoscono suo figlio “ben prima che io diventassi ministro”.
Lupi, Incalza mai condannato, per questo mai rimosso – “Ho potuto verificare come Incalza nei vari procedimenti penali nel quale è rimasto coinvolto non ha mai subito una decisione di condanna. Questi sono stati i motivi che mi hanno indotto a non rimuoverlo”. Così Maurizio Lupi in aula alla camera. “Io a differenza di molti qui dentro credo fortemente nello stato di diritto e nella presunzione di innocenza”, ha aggiunto.
Lascio a testa alta, non vi auguro bolla mediatica – “Lascio il Governo a testa alta, guardandovi negli occhi”, ha detto Lupi. “Vi auguro, cari deputati, in questi giorni di demagogia a brandelli di non trovarvi mai dentro bolle mediatiche difficili da scoppiare e di non aver mai qualcuno che entri nella vostra famiglia e intimità”. “Vi auguro che nessuno tiri in ballo la vostra famiglia – ha aggiunto in Aula mentre i deputati applaudivano – Molti mi hanno dimostrato amicizia, sarò ingenuo ma per me i rapporti personali sono importanti”. “Per stringere amicizia su Facebook basta premere un tasto, farlo nella vita è più difficile, ma più bello e nessuna intercettazione” decontestualizzata “può togliermi ciò che per me vale più di tutto”. “Vedo il lato politico di questa difficile vicenda. Molte persone mi hanno dimostrato amicizia. E per me più importante di tante cose. Sarò anche un comprimario come ho letto sui giornali, ma la cosa cui tengo di più nella mia vita sono i rapporti umani personali”.
Lupi chiude intervento in Aula, applausi da Pd ed Ncd – Il ministro Maurizio Lupi ha chiuso l’intervento in Aula alla Camera accolto da applausi dei deputati Ncd e Pd. Immobili invece i deputati M5S. Ai banchi del governo non hanno applaudito il ministro Gentiloni e il ministro Orlando, arrivati durante l’informativa di Lupi.
Ieri l’annuncio da Vespa e il plauso di Renzi – “Domani al termine dell’informativa” alla Camera, “rassegnerò le dimissioni”. Ha detto il ministro Maurizio Lupi durante la registrazione di Porta a Porta. “Per me la politica non è un mestiere ma passione. E’ poter servire il proprio Stato. Non ho perso né l’onore né la passione”, ha aggiunto Lupi. “La scelta di Maurizio è una scelta saggia, per sè, per Ncd, per il governo”: cosi’ il presidente del Consiglio Matteo Renzi commenta le dimissioni del ministro delle infrastrutture Lupi.
Lupi verso nomina a capogruppo alla Camera – Maurizio Lupi diventerà probabilmente il nuovo capogruppo alla Camera di Ncd. Lo si apprende da fonti parlamentari. Stasera il ministro incontrerà il leader del partito Angelino.
Renzi verso interim Trasporti, c’è ipotesi Cantone – Non sarà Maurizio Lupi il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti al taglio del nastro dell’Expo 2015. Dopo le annunciate dimissioni per quanto emerso dall’inchiesta sugli appalti per le grandi opere, l’inaugurazione dell’evento potrebbe vedere Matteo Renzi nella duplice veste di presidente del Consiglio e ministro ad interim. Ma non è escluso un rapido avvicendamento, con ‘mini rimpasto’ di governo e l’approdo di un nuovo ministro di Ncd agli Affari regionali. In ogni caso, spiegano fonti della maggioranza, il premier è intenzionato a portare a Palazzo Chigi la struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture: una vecchia idea di Renzi, alla quale proprio Lupi si era opposto. Si fanno già alcuni nomi per la successione all’esponente di Ncd. Su tutti, circola l’ipotesi che Renzi chieda a Raffaele Cantone, magistrato e presidente dell’Autorità anticorruzione, di prendere le redini di un ministero nella bufera dopo l’arresto dell’ex superdirigente Ercole Incalza. La scelta avrebbe in questo senso un forte significato simbolico, per un cambio di passo nella gestione degli appalti pubblici. Ma la controindicazione è che Cantone dovrebbe interrompere il delicato lavoro all’Anticorruzione, a meno di un anno da una nomina fortemente voluta dal premier. Per questa ragione la scelta potrebbe cadere su un altro nome, come quello di Mauro Moretti, amministratore delegato di Finmeccanica ed ex ad delle Ferrovie, o anche quello di Andrea Guerra, ex ad di Luxottica, che ora collabora da “superconsulente” a Palazzo Chigi. Tra i parlamentari, però, c’è chi scommette che ancora una volta Renzi sceglierà un ministro politico, non un tecnico. E magari una persona di sua stretta fiducia. In questa logica in pole position appare il nome di Luca Lotti, anche se il premier potrebbe piuttosto decidere di affidargli la struttura tecnica di missione delle Infrastrutture, se realizzerà l’idea di portarla a Palazzo Chigi. Qualcuno cita anche il deputato David Ermini. Ma, anche per riequilibrare la presenza femminile nel governo, non si esclude che la scelta cada su una figura come quella di Debora Serracchiani, attuale vicesegretario del Pd. Renzi potrebbe ad ogni modo rinviare la scelta e tenere l’interim al ministero fin dopo le regionali. Ncd potrebbe invece compensare l’uscita di Lupi dal governo con un altro ministero, anche se non dello stesso peso di quello dei Trasporti. E’ infatti vacante, dal momento delle dimissioni di Maria Carmela Lanzetta a gennaio, la poltrona degli Affari regionali. A ricoprirla potrebbe andare Gaetano Quagliariello, attuale coordinatore di Ncd, che aveva lasciato il governo dopo la staffetta tra Letta e Renzi.(ANSA)