La protesta grillina deve ora tradursi in proposte di governo
Chi urla vince. Chi urla colpisce la pancia di chi ascolta. Non interessa colpire la mente, perché la mente a volte ragiona. La pancia no. E il colpo resta. L’urlo angosciato dell’essere creato dalla fantasia di E. Munch percuote da un secolo le nostre orecchie. Il valore di quell’urlo fu record in una recente asta. Mussolini urlò alla marea umana che sommerse Piazza Venezia in un lontano 10 giugno che ” un’ora segnata dal destino” stava battendo nel cielo della patria. Delirio. Chiuse il discorso urlando: “Popolo italiano, corri alle armi e dimostra … il tuo valore.” Ancora delirio. Qualcuno, in quella marea, avrà pensato a ciò che stava succedendo? Abbiamo ascoltato le urla di Grillo. Delirio di folle, percosse dagli anatemi che l’ex comico urlava. L’ometto deforme e solitario di Munch, il solenne e funereo Mussolini e il pittoresco e sbracato Grillo hanno qualcosa in comune: hanno colpito duro la pancia della gente. E hanno vinto, ciascuno a suo modo. Grillo ha vinto la sua guerra: 25 italiani su 100 hanno votato per lui. Un esito incredibile per un movimento politico nato da poco e del quale poco o nulla si conosce. Non si conosce il programma – cioè non c’è un programma – e non si conoscono i candidati. La mente del movimento è un esperto di marketing del web: si nasconde e non è candidato. Il leader, l’urlatore indomito, non è candidato. Ma i suoi “arrendetevi, siete circondati” e “ tutti a casa” rivolto ai politici hanno colpito basso gli italiani, stanchi di politica marcia. I vecchi politici se lo meritano; è colpa loro se l’Italia è oggi ciò che è. Gli italiani hanno risposto dando il voto allo showman e al suo grido e mandando in Parlamento 163 increduli, ignari e ignoti deputati e senatori che ora sono chiamati a contribuire al governo della nazione. Monti ha perso. Ha cercato di spiegare agli italiani che era stato chiamato a raddrizzare i conti dell´Italia e che è riuscito a farlo. Ha dovuto correre e nella fretta è difficile evitare errori. Ha svolto con onore il suo mandato e ridato all’Italia dignità e peso, in Europa e nel mondo. Monti si è rivolto alla mente degli italiani, concedendo alla scenografia soltanto qualche sottile sarcasmo sugli avversari politici. Ma il mondo di oggi non funziona cosí e ha perso. Berlusconi, da attore consumato, ha riempito i teleschermi. Senza urlare ha colpito al ventre gli elettori con promesse pittoresche e gesti plateali. Magistrale il gesto di pulire la sedia sulla quale si era seduto il detestato Travaglio nella trasmissione di Santoro. La gente ama queste scenette e tende a dimenticare i danni dei governi di destra e i comportamenti discutibili del suo leader, che se non ha vinto c’è andato vicino. La coalizione di centrosinistra ha la maggioranza, non però abbastanza ampia per poter governare. Quindi non ha vinto. Anche Bersani, come Monti, si è rivolto alla testa degli italiani; ha espresso proposte e promesse sensate, ma non ha saputo toccare le corde giuste dell’anima italica. L’altra Italia, l’Italia di noi emigrati, non ha subito l’impatto emotivo delle urla e delle sceneggiate e ha votato in modo sensato e responsabile. Ne siamo lieti. Il risultato delle urne italiane mostra che l´Italia ha sofferto le conseguenze della fuga dei cervelli.
Grillo e il suo esercito hanno il grande merito di aver deflagrato una rivoluzione che tende a seppellire, si spera per sempre, i privilegi e i vizi della classe politica che ci ha governato negli ultimi decenni. Grillo non ha la maggioranza in Parlamento, ma ha la possibilità di influire in forma determinante sulle decisioni del prossimo governo, il quale non potrà infatti non dare spazio o, al minimo, non tenere conto delle sacrosante istanze che il popolo italiano ha espresso dando il voto alla massiccia protesta grillina. L’urlo della campagna elettorale deve ora diventare proposta, dialogo e accordo con le altre forze politiche, deve cioè tradursi in atti di governo. Grillo non può più continuare ad insultare gli altri leaders politici e rifiutare qualsiasi forma di collaborazione come sta facendo in questi giorni di fine febbraio. Voglio sperare che chi gli ha dato il voto abbia voluto dargli anche poteri e responsabilità e si aspetti che Grillo la smetta di urlare, agisca e non fugga dal suo impegno civile nella speranza che la situazione peggiori per guadagnare altri voti.