Comunità Italiana

Ma Raggi quando ha raccolto le firme per il Campidoglio? I dubbi delle Iene

Un servizio delle Iene getta un’ombra sulla regolarità delle firme con cui fu presentata in Campidoglio la candidatura a sindaco di Virginia Raggi. Al centro del presunto giallo c’è un documento, il cosiddetto “atto principale” della raccolta che documenta come, al 20 aprile 2016, fossero state messe assieme 1.352 firme di altrettanti cittadini pro Raggi. Il problema, spiega nel servizio Alessandro Onorato, consigliere comunale della Lista Marchini, sta proprio nella data “perché tutti sanno che le firme sono state raccolte tre giorni dopo, il 23 aprile”, “Firma Day” ufficiale dei grillini. “O sono dei veggenti o c’è un falso”, conclude Onorato, che segnala anche un’altra incongruenza: quel 23 aprile “a ‘coprire’ 20 banchetti in 20 aree di Roma” furono utilizzati “solo 10 certificatori”. Un numero ritenuto insufficiente.

“Abbiamo sempre risposto tramite i delegati di lista” dice da parte sua il sindaco di Roma, “che sono peraltro due avvocati, mi hanno rassicurato. Comunque effettueremo anche ulteriori controlli e verifiche, ma da quello che mi viene rappresentato dai miei stessi delegati non c’è alcuna irregolarita'”.

Lo sbarramento delle opposizioni: “E’ come a Palermo”
Ma dall’opposizione si leva un fuoco di sbarramento: Andrea Romano, parlamentare Pd, in una nota attacca il M5s e afferma: “Dopo Palermo e Bologna firmopoli a 5 Stelle anche a Roma? Quanto sembra emergere dal servizio televisivo pare prefigurare una vera e propria truffa ai danni dei romani. Di Maio e Grillo hanno nulla da dire? Servono risposte chiare e non balbettii come quello fornito dalla Sindaca che mancava poco dicesse all’inviato de ‘Le Iene’ che era candidata a sua insaputa”.

“Virginia Raggi ora che sei tornata a Roma rispondi su tema #firmefalse denunciato dalle Iene” chiede via Twitter il senatore del Partito democratico Stefano Esposito, lanciando l’hastag #trasparenza. “Dopo Palermo con parlamentari che hanno taciuto davanti ai giudici, rifiutandosi di fare l’esame calligrafico ora tocca a Roma? Le risposte date dal sindaco nel corso della trasmissione sono a dir poco imbarazzanti” dichiara il deputato Pd Ernesto Carbone, che osserva: “Comunque, se la Raggi era troppo presa a fare la candidata per sapere cosa stesse accadendo peraltro come da lei sostenuto, magari Di Maio potrebbe spiegarci come siano andate le cose. Ci racconteranno che si è trattato come a Palermo di un errore di copiatura?

“Se a Roma, come a Palermo e Bologna, sono state presentate firme false, al Campidoglio siede un sindaco abusivo” rilancia la senatrice del partito Democratico Pina Maturani, vicepresidente a Palazzo Madama. “Se sarà confermato quanto denunciato – sottolinea l’esponente Pd – Virginia Raggi non si sarebbe nemmeno potuta candidare. A fronte della gravità degli interrogativi sollevati in merito alla regolarità della sua candidatura Di Maio e Grillo non possono restare in silenzio. Sarebbe auspicabile un immediato chiarimento, non frasi biascicate a occhi bassi come ha finora fatto la Raggi. Se venisse accertata la falsificazione delle firme – conclude Maturani – ci troveremmo a tutti gli effetti al cospetto di una truffa ai danni dei cittadini di Roma”. (AGI)