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Home > Marchionne: “Basta conflitti operai-padrone” Su Melfi insiste: “Non abbiamo violato la legge”

Marchionne: “Basta conflitti operai-padrone” Su Melfi insiste: “Non abbiamo violato la legge”

26 de agosto de 2010 - Por Comunità Italiana

RIMINI – Ha difeso con forza la posizione della Fiat nella vicenda che vede protagonisti i tre operai licenziati di Melfi 1, ha sottolineato l'importanza della scelta di investire a Pomigliano d'Arco, chiedendo un maggiore apprezzamento per l'operato del gruppo automobilistico in Italia, soprattutto ha criticato a fondo il sistema industriale italiano. Per Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, che oggi a Rimini ha tenuto un attesissimo intervento al Meeting di Comunione e Liberazione, il sistema italiano deve superare definitivamente il conflitto "operai-padrone", ma soprattutto deve innovarsi, aprirsi alla globalizzazione, capire che non si può investire se i lavoratori non tengono fermi gli impegni assunti. "Fino a quando non ci lasciamo alle spalle i vecchi schemi non ci sarà mai spazio per vedere nuovi orizzonti", ha affermato Marchionne.

A margine dell'intervento, l'amministratore delegato del Gruppo Fiat ha tenuto poi a precisare che nel suo discorso non c'era una critica nei confronti del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che alcuni giorni fa rispondendo ai tre lavoratori licenziati aveva invitato l'azienda a rispettare la sentenza della magistratura: "Ho grandissimo rispetto per il presidente della Repubblica come persona e per il suo ruolo istituzionale. Per la sua posizione istituzionale accetto quello che ha detto come un invito a trovare una soluzione" alla vicenda di Melfi. Sempre al termine della conferenza, Marchionne si è detto disponibile anche a incontrare il segretario della Cgil Sergio Epifani: "Sono totalmente aperto anch'io a parlare con Epifani. E' una persona che rispetto, con un profilo intellettualmente onesto".

"Gravi accuse contro la Fiat". Proprio le vicende degli ultimi giorni, ha ammesso Marchionne, lo hanno costretto a cambiare radicalmente la struttura del discorso preparato per Rimini: "Non posso ignorare l'importanza dello stabilimento di Melfi e la gravità delle accuse mosse a Fiat. Gli eventi delle ultime 24 ore mi hanno costretto a dirottare il discorso a livello locale". L'amministratore delegato della Fiat ha spiegato ai giovani che il discorso che aveva preparato "è diverso da questo. Avrei voluto parlare della globalizzazione, di quando 11 anni fa ho avuto la fortuna di incontrare Nelson Mandela" e di altri problemi mondiali.

"Abbandonare le vecchie contrapposizioni". "Quella alla quale stiamo assistendo in questi giorni è la contrapposizione tra due modelli: uno che si ostina a proteggere il passato, l'altro che guarda avanti. Fino a quando non ci lasciamo alle spalle i vecchi modellli, non ci sarà mai spazio per guardare i nuovi orizzonti", ha affermato Marchionne, precisando che "non siamo più negli anni '60 e occorre abbandonare il modello di pensiero che vede una lotta fra capitale e lavoro e fra padroni e operai".

"Inammissibile difendere gli illeciti". Riferendosi in particolare alla vicenda di Melfi, Marchionne si è scagliato contro chi difende i tre dipendenti: "E' inammissibile tollerare e difendere alcuni comportamenti, che vedono la mancanza di rispetto delle regole e di illeciti arrivati in qualche caso al sabotaggio". "Mi rendo conto che certe decisioni come quella che abbiamo preso a Melfi non sono popolari, – ha proseguito – ma su una cosa voglio essere chiaro: la Fiat ha rispettato la legge e ha dato pieno seguito alle decisioni della magistratura, abbiamo dato accesso ai lavoratori nell'azienda e pieno esercizio dei diritti sindacali. Adesso siamo in attesa del secondo grado di giudizio, ci auguriamo che siano meno influenzate dall'enfasi mediatica. La dignità e i diritti non possono essere patrimonio esclusivo di tre persone: sono valori che vanno difesi e riconosciuti e tutti, la responsabilità è anche quella di tutelare la dignità della nostra impresa e il diritto al lavoro di tutti i dipendenti".

Il 21 settembre la convocazione del giudice del lavoro. Tuttavia prima del secondo grado di giudizio, i responsabili legali della Fiat dovranno affrontare la questione del mancato reintegro dei lavoratori. Infatti Emilio Minio, il giudice del lavoro di Melfi (Potenza) che il 9 agosto scorso ha depositato il provvedimento, ha convocato le parti (azienda e Fiom) per il 21 settembre. La convocazione servirà a chiarire gli aspetti procedurali del decreto del giudice, che dichiarò "l'antisindacalità dei licenziamenti" dei tre operai e ordinò "la immediata reintegra dei lavoratori nel proprio posto di lavoro".

"Ingiusti i fischi gratuiti alla Fiat". "La Fiat non pretende di essere salutata tutti i giorni con le fanfare, – ha proseguito l'ad della Fiat –  come è successo quando abbiamo annunciato l'accordo con Chrysler, ma non sono giusti neanche i fischi gratuiti. Fabbrica Italia è un progetto che proviene dal cuore della Fiat, non certo da principi di convenienza. Sarebbe stato molto più conveniente confermare la futura Panda in Polonia piuttosto che portarla a Pomigliano. Lo abbiamo fatto sapendo quello che la Fiat rappresenta per la storia del Paese, per privilegiare il Paese in cui la Fiat ha le proprie radici". "Quello che trovo assurdo è che la Fiat riceva complimenti dappertutto tranne che in Italia", ha lamentato Marchionne.

"Un patto sociale per affrontare il cambiamento". "Quello di cui c'è bisogno è un patto sociale per condividere impegni e sacrifici e dare al paese la possibilità di andare avanti, per costruire il paese che vogliamo lasciare alle prossime generazioni. – ha sottolineato Marchionne – Troppo spesso l'elogio del cambiamento si ferma alla soglia di casa. Dobbiamo scegliere il cambiamento che vogliamo, il nostro o quello dei nostri vicini di casa".

"Nella Fiat uomini e donne di virtù". "Se c'è un segreto nella Fiat di oggi è che abbiamo avuto la capacità di costruire un'azienda di uomini e donne di virtù", ha concluso Marchionne. Che ha poi citato il grande filosofo Hegel: "L'uomo che segue il proprio comodo è condannato poichè la vera libertà esiste solo nell'impegno". Proprio la libertà è "la prima garanzia che dobbiamo conquistarci" e libertà, ha sottolineato ancora Marchionne, "vuol dire anche trovare il coraggio per abbandonare modelli del passato". Poichè "le strade comode e rassicuranti non portano da nessuna parte".

La replica degli operai di Melfi. "Anch'io sono stato in Canada, però a lavorare – ha replicato a Marchionne Giovanni Barozzino, uno dei tre operai licenziati e reintegrati dalla Sata di Melfi, parlando ai microfoni di SkyTg24 – in Basilicata c'era stato il terremoto, e noi eravamo sei figli. Però penso che questa sia l'unica cosa che abbiamo in comune. Non vuole la lotta di classe? L'unica lotta di classe che c'è in Italia la sta facendo lui. Visto che gira sempre gli stabilimenti Fiat in America, perché non viene anche qui, e accetta un confronto anche con noi e con i nostri legali, se non ha paura della verità. Lo stabilimento di Melfi ha festeggiato da poco i cinque milioni di vetture prodotte: credo che il merito sia soprattutto degli operai".

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.