L'ad della Fiat a Los Angeles: "Questa macchina è stata fatta in assenza di tensioni sindacali. Anche per Mirafiori abbiamo bisogno di fare un accordo". "Io sono italiano sì, ma fesso no"
LOS ANGELES – Una festa per la 500 negli States, e tanti pensieri ai problemi italiani, come l'Alfa e Mirafiori. L'amministratore delegato della Fiat Marchionne prima critica un paese in crisi, pieno di gente "poco seria" 1 poi si gode il lancio dell'utilitaria in un'atmosfera sfarzosa. Senza dimenticare di precisare che la 500 -prodotta in Polonia- è stata realizzata in assenza totale di tensioni sindacali: "E tutti i tempi e le scadenze sono state rispettate".
Al contrario, c'è il problema aperto di Mirafiori. "L'obiettivo è quello di fare una proposta che spero sia accettata prima di Natale, non possiamo più aspettare. Siamo arrivati agli sgoccioli – spiega -: continuo a dire a tutti quanti che il tempo corre e che noi dobbiamo investire per andare avanti. Se riusciamo a trovare le condizioni per farlo e garantirci la governabilità degli stabilimenti in Italia lo facciamo. Se non ci vogliono ce lo dicano, non è una minaccia ma sfortunatamente dobbiamo produrre".
"Il gruppo Fiat – continua Marchionne – non ha un problema italiano: credo che la lettura che si sta dando della Fiat è una cosa stranissima, non riconosco la Fiat che stiamo gestendo nelle descrizioni nè dei giornali nè dell'opinione pubblica e nemmeno in alcune posizioni politiche. Siamo molto più semplici e industriali di quanto pensano gli altri". Lui è "uno dalla pelle tosta", ma "urlando non si risolve nulla. Sono italiano sì, ma fesso no". La forza di Fiat – aggiunge – è l'apertura al mondo intero e quindi riusciamo a incassare delle sberle che non dovremmo prendere: c'è un limite al numero di sberle che si è disposti a prendere".
"Vendere Alfa Romeo? Se si presentassero con un assegno da 20 miliardi ci penserei". E aggiunge: "Non ho mai detto che avremmo fuso Fiat e Chrysler anche se è una delle possibilità". E ribadisce che non è stato ancora deciso nulla su eventuali cessioni o sulla quotazione della Ferrari. "Abbiamo detto che sono tutte cose tecnicamente possibili, ma non abbiamo deciso nulla. E' inutile che ci preoccupiamo se la Fiat vende". Cedere Magneti Marelli o una sua parte "è una delle possibilità, così come quella di monetizzare una parte della Ferrari".
Fonte: www.repubblica.it