Il dg: "Non c'è alcuno stop ma solo un doveroso approfondimento sui costi". Idv: "E' censura di Oscar". L'agente di Benigni: "Roberto viene anche gratis". Bersani "Ormai c'è un caso Rai". Anche Farefuturo attacca: "Il potere è chiuso in un bunker"
ROMA – Nessuno stop alla trattativa tra Rai e gli ospiti del nuovo programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano, previsto in 4 puntate nel tardo autunno su RaiTre. Il direttore generale di viale Mazzini, Mauro Masi, smentisce "nella maniera più ferma e decisa" quanto contenuto in alcuni articoli apparsi sui quotidiani in merito alla trattativa relativa agli ospiti della trasmissione Vieni via con me 1. "Non c'è alcuno stop – sottolinea Masi, in una nota – ma soltanto un doveroso approfondimento portato avanti dagli uffici competenti, come giusto che sia, in merito a richieste economiche per Rai molto significative (in un caso 250 mila euro per una sola puntata)".
"Al riguardo – aggiunge Masi – c'è più che il sospetto che alcune notizie vengano fatte filtrare accampando inesistenti motivazioni politiche per 'forzare' la trattativa economica. Si è comunque fiduciosi – conclude – nel recupero di ragionevolezza e quindi nel buon esito della trattativa stessa".
L'agente di Benigni: "Andrebbe anche gratis". Ma una secca smentita viene da Lucio Presta, agente di Roberto Benigni, uno degli ospiti "congelati" della trasmissione. "I soldi non c'entrano, Benigni andrebbe anche gratis. La questione dei soldi è una scusa per mettere i bastoni fra le ruote al programma". Questa la ricostruzione di Presta: "Quando sono andato in Rai per aprire la trattativa sulla partecipazione di Benigni a Vieni via con me per la prima volta nella mia vita non ho chiesto una cifra, ma mi sono limitato a chiedere quale fosse l'offerta dell'azienda per la presenza di Roberto. Mi è stata fatta un'offerta di 250mila euro e io l'ho accettata subito, senza discutere. Poi ho chiesto se potevano essere conservate le clausole, diritti compresi, che abitualmente vengono inserite nei contratti per Benigni. Mi è stato risposto: ti faremo sapere. Poi mi hanno dato il via libera, fatta eccezione per i diritti su quel passaggio tv che sarebbero rimasti alla Rai. E io ho accettato ancora una volta, dando l'ok alla stipula del contratto. Poi nel pomeriggio mi ha chiamato un importante responsabile dell'ufficio scritture per comunicarmi un'offerta pari a un decimo di quella pattuita, prendere o lasciare: una decurtazione, mi è stato spiegato, chiesta dalla direzione generale. E naturalmente ho lasciato. E' chiaro però che i problemi di natura economica mi sono sembrati una scusa".
Idv: "Da Masi una censura da Oscar". Le parole del direttore generale Rai non convincono l'Idv. "Masi stavolta si è superato e ha messo in atto una censura da Oscar – afferma il portavoce IdV, Leoluca Orlando – Chi ha paura di un simbolo della lotta a tutte le mafie come Roberto Saviano? Anche un premio Oscar come Benigni non ha diritto di essere ospitato in Rai e lo si lascia senza contratto. Garimberti e Zavoli intervengano, con Masi l'azienda ha letteralmente toccato il fondo".
Bersani: "Ormai c'è un caso Rai". "Ogni giorno in Rai c'è un caso, evidentemente c'è un caso Rai, un'azienda che non riesce a essere un'azienda, a mettere in valore le sue enormi possibilità" dichiara il segretario Pd, Pier Luigi Bersani, attaccando viale Mazzini per lo stop alla trasmissione di Fabio Fazio. "Un'azienda che mette sullo schermo Benigni dovrebbe fare i salti di gioia – dice Bersani – e risolvere eventuali problemi senza ogni volta aprire casi perché nel Paese ci sono tante altre questioni più importanti".
Farefuturo: "Potere chiuso in un bunker". Anche Farefuturo critica l'agire di Masi, allargando il giudizio sullo stato dell'informazione italiana. "A guardare in faccia gli scherani di Silvio Berlusconi li vedi terrorizzati da qualsiasi voce alternativa. E allora hanno attaccato qualsiasi nemico potesse dar fastidio al manovratore" . Filippo Rossi, direttore di Ffwebmagazine, ricorda i casi Boffo, sottolinea il "massacro mediatico" di Fini. Poi arriva ad Annozero di Michele Santoro. "Adesso stanno cercando di togliere l'ossigeno alla trasmissione di Roberto Saviano. Non sopportano chi spariglia le carte – attacca Rossi – non sopportano chi vuole ragionare senza obbedire. Non sopportano che vuole raccontare il Paese che è e non per quello che vorrebbero loro. Non sopportano la complessità" attacca Rossi. ''Si tratta – continua il direttore – di una strategia suicida che li rinchiude sempre più dentro il loro bunker del pensiero. Perché il terrore porta all'estremismo, porta alla propaganda senza contenuti". Perché, prosegue, "la paura porta ad affidarsi alle guardie del corpo, ai picchiatori e ai manganellatori. Agli uomini di poco cervello e molta azione, a chi sa urlare, a chi non guarda in faccia a nessuno. Perché è il loro lavoro, perché li pagano per questo. Per restringere ogni spazio di libertà e trasformare tutta l'Italia in un bunker. Il loro amatissimo bunker".
Fonte: www.repubblica.it