La robotica che meraviglia. Sergio Mattarella ne è affascinato, ne parla spesso nelle sue udienze e ha premiato già diversi ricercatori che si occupano di innovazione. Ma l’interesse non si limita al campo dei robot, tocca anche le nanotecnologie, e si allarga fino a raggiungere l’infinito della la ricerca spaziale. Primo capo di Stato a visitare l’Agenzia spaziale europea a Parigi, due mesi dopo la sua elezione, Mattarella ha voluto entrare nella sede della Nasa a Houston mentre era in visita negli Usa.
Insomma, un interesse che assomiglia a una passione per tutti quei campi che rasentano a tratti la fantascienza. E per apparente paradosso nulla hanno a che fare con gli studi giuridici che il Presidente della Repubblica ha seguito e coltivato per tutta la vita. Ma il paradosso è solo apparente. La fascinazione di Mattarella parte della constatazione che l’innovazione porta benefici per la salute e la quotidianità delle persone: “sono potenzialità straordinarie a disposizione dell’umanità” ha detto di recente.
Ma le potenzialità dell’innovazione non gli fanno dimenticare che, come molti economisti hanno denunciato, l’automatizzazione e la digitalizzazione sempre più pervasive rischiano di far perdere posti di lavoro e di avere effetti negativi sulle entrate fiscali dei singoli paesi. Non a caso è stato il peso massimo del futuribile, Bill Gates, a porre il problema della tassazione del reddito prodotto dai robot.
Nuove norme per nuovo mercato del lavoro
Dunque, superata la fase dello stupore e della denuncia, imprenditori, economisti e politici cominciano a porsi il problema del nuovo mercato del lavoro in termini concreti e normativi e non solo ideologici. Su questa linea si ritrova anche il Capo dello Stato, che da giurista è abituato a normare la complessità del reale che si innova. Dunque attenzione alla cosiddetta Quarta rivoluzione industriale, che sposta i ‘lavori poveri’ dove il costo del lavoro è più basso e lascia dietro di sé salari bassi e disoccupazione. L’unica soluzione individuata finora è puntare su innovazione, specializzazione e formazione avanzata. E dal punto di vista sovranazionale si tratta invece di immaginare una governance globale dei flussi di nuove tecnologie, dal tema della proprietà intellettuale e del brevetto, fino alla tassazione.
L’uomo resta al centro di tutto
Perché il centro di tutto, per Mattarella, è e resta l’uomo, la sua salute, la sua felicità. Dunque la Quarta rivoluzione industriale va studiata, perché è chiaro che “il ‘lavoro in fabbrica’ subirà una profonda e definitiva mutazione, perché la fabbrica stessa, nel suo rapporto con l’uomo, tenderà a trasformarsi profondamente”. E queste trasformazioni richiedono “importanti ripensamenti nel mercato del lavoro e, soprattutto, nei sistemi di istruzione”. Servono cioè, sul piano nazionale, nuove leggi sul mondo del lavoro e soprattutto una forte innovazione del sistema di istruzione e di ricerca, ha ricordato il Presidente parlando alla riunione del Cotec. Mentre a livello globale serve sempre più quel “multilateralismo efficace” di cui l’Italia è paladina, una sorta di collaborazione permanente per affrontare insieme le “sfide epocali” dell’oggi. E dunque non è un caso se l’Italia, che ospiterà il G7 a maggio e ne deciderà l’agenda, ha proposto ai Capi di Stato che arriveranno a Taormina per il vertice di parlare anche di innovazione e lavoro nell’era della nuova rivoluzione industriale e produttiva. Perché certo, robot è bello, ma al centro resta sempre l’uomo. (AGI)