“La figura di Giovanni Falcone costituisce un punto di riferimento, in Italia e all’estero, per chiunque coltivi il valore della legalità e quello della civiltà della convivenza”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che alla vigilia del 25° anniversario dalla strage di Capaci, ha presieduto il Plenum straordinario del Consiglio Superiore della Magistratura, a Palazzo Marescialli.
Il CSM ha voluto così rendere omaggio alla memoria di Giovanni Falcone che il 23 maggio 1992 fu ucciso dalla mafia. Con lui persero la vita anche la moglie, il magistrato Francesca Morvillo, e tre uomini della Polizia di Stato che componevano la scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
L’Assemblea Plenaria è stata aperta dall’intervento del capo dello Stato che ha ricordato la figura del giudice Falcone. Sono quindi intervenuti il vice presidente del CSM, Giovanni Legnini, e il consigliere Ercole Aprile, relatore della pratica sulla “pubblicazione degli atti su Giovanni Falcone a 25 anni dalla strage di Capaci”. Hanno poi preso la parola i consiglieri: Luca Palamara, Giovanni Canzio, presidente della Corte Suprema di Cassazione, Claudio Galoppi, Antonio Ardituro, Renato Balduzzi, Aldo Morgigni, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Piergiorgio Morosini.
Il Plenum si è concluso con le testimonianze di Maria Falcone, Giuseppe Ayala, Alfredo Morvillo e Giuseppe Di Lello Finuoli.
Nel corso dell’Assemblea Plenaria sono stati resi pubblici, per la prima volta, gli atti del CSM relativi a Giovanni Falcone, raccolti in un volume curato dall’Ufficio Studi, e quelli relativi all’attività professionale di Francesca Morvillo.
Il CSM, su proposta della VI Commissione, ha oggi approvato la desecretazione di tutti gli atti.
“Domani ricorre il venticinquesimo anniversario dell’attentato, perpetrato dalla mafia a Capaci, in cui sono stati uccisi i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli agenti della Polizia di Stato Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani”, ha esordito Mattarella di fronte al CSM. “Ricordarli in quest’aula, in cui si svolge l’attività di governo autonomo della Magistratura, vuol dire ribadire la fondamentale importanza dell’azione di contrasto alla mafia svolta dall’Autorità Giudiziaria e dalle Forze dell’ordine”.
“La rievocazione della figura di Giovanni Falcone e, con lui, di Francesca Morvillo e degli agenti di polizia uccisi con loro”, ha precisato Mattarella, “non deve trasformarsi in una celebrazione rituale. Per evitare che divenga soltanto formale occorre riprendere e far proprio lo spirito e i criteri del suo impegno”.
Falcone, ha ricordato il capo dello Stato, “diceva che “la mafia non è affatto invincibile e che occorre, piuttosto, rendersi conto che si tratta di un fenomeno terribilmente serio e molto grave”. Aggiungeva che “si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando tutte le forze migliori della società”. Come interprete e capofila di queste energie migliori, ha svolto, con coraggio e determinazione, la sua opera. Era, infatti, convinto – come ebbe a scrivere – che “perché una società vada bene… basta che ognuno faccia il suo dovere”. Per questo motivo ha affrontato pericoli di cui conosceva la gravità: per affermare la dignità del suo ruolo di magistrato”.
“Il suo metodo di lavoro, moderno e dinamico, la convinzione – condivisa con altri colleghi, tra cui Paolo Borsellino – di quanto fosse importante il lavoro in pool, la scelta del maxi processo per condurre in giudizio, condannare e sanzionare globalmente il mondo della mafia muovevano da questo proposito”, ha riconosciuto Mattarella. “Inizialmente non compresi da taluno, i suoi criteri rispondevano pienamente al carattere della funzione del magistrato”, ha continuato. “Aveva ben presente e a cuore il valore dell’autonomia e dell’indipendenza della Magistratura. Anche per questo – come scriveva – era attentissimo, per la credibilità dello Stato e della Magistratura, alla consistenza degli elementi di prova raccolti. Non a caso, diceva che occorre distinguere un’ipotesi di lavoro da elementi che sorreggano l’esercizio dell’azione penale. Questo scrupolo conferiva alle sue inchieste grande solidità nella verifica dibattimentale”.
“Questa seduta straordinaria del Consiglio Superiore, decisa e avvertita con grande convinzione, si inserisce in una serie di numerose iniziative di ricordo che si svolgono in questi giorni, non soltanto in Italia”, ha osservato il presidente Mattarella, annunciando: “è di grande significato che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 19 giugno prossimo, renderà omaggio alla figura di Giovanni Falcone, ricordando questo anniversario con un’apposita riunione, dedicata a una discussione di alto livello sull’implementazione della Convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale, sottoscritta durante la Conferenza di Palermo del 2000”.
“Sarebbe sufficiente questo solo riconoscimento internazionale – il più alto –”, ha concluso Mattarella, “per sottolineare, ancora una volta, come la figura di Giovanni Falcone costituisca un punto di riferimento, in Italia e all’estero, per chiunque coltivi il valore della legalità e quello della civiltà della convivenza”. (aise)