«La scadenza naturale della legislatura è fine febbraio. E la data naturale del voto è tra febbraio e inizio primavera». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella spiega a Bloomberg che «è probabile che si vada a scadenza naturale perché non vedo segnali di scioglimento anticipato». E aggiunge: «Spero che in questi mesi di attività sarà possibile approvare una legge elettorale che armonizzi il sistema per le due Camere».
Il Professore contro il proporzionale
Tema che sta a cuore anche a Romano Prodi. Il quale, ben lungi dall’essere solo un «predicatore», come si è definito, ha ripreso la sua «tenda» e si è rimesso al centro del dibattito politico. Con una proposta: «O abbiamo una legge elettorale che ci obbliga ad accorpamenti o non c’è niente da fare, perché in un Paese frammentato, la legge elettorale non è fatta per fotografare un Paese, ma per dare un governo stabile». Riflessione che provoca reazioni non entusiaste dai renziani, ormai rassegnati al «male minore» del proporzionale. Prodi ribadisce che il primo problema dell’Italia è la «stabilità». E per questo serve una legge maggioritaria, non il proporzionale al quale sembrano essersi acconciati Pd e Forza Italia. La risposta di Lorenzo Guerini è articolata: «Una legge con le coalizioni? È la proposta che abbiamo fatto noi, prima con il Mattarellum, poi con il Rosatellum». Ma siccome «siamo stati lasciati soli», «ci siamo resi disponibili a un accordo sul proporzionale, che non ci piaceva». Detto questo, dice Guerini, «non si può bloccare la legislatura per parlare solo di legge elettorale». Anche M5S, con Luigi Di Maio, è negativo: «Ricordiamo bene le ammucchiate di Prodi».
Roma e Milano, il derby delle convention a sinistra
Il fronte del centrosinistra guarda a Milano, dove ieri si sono riuniti i circoli, sotto l’egida di Matteo Renzi, ma anche a Roma, dove oggi Giuliano Pisapia riunirà i suoi. Prodi non ci sarà: «Andrò a Strasburgo, a onorare Helmut Kohl». Ma saranno in tanti, per vedere l’aria che tira. Gianni Cuperlo sarà a entrambi gli eventi. E anche Sandra Zampa, che chiede «un partito aperto e dialogante», seguirà «con attenzione» i due eventi.
L’ipotesi di Gentiloni candidato premier
Movimenti che ruotano intorno a quel che accadrà alle Politiche, quando andrà a esaurirsi il governo di Paolo Gentiloni. Luciano Violante, in realtà, non vorrebbe che accadesse e fa una proposta «impossibile»: «Gentiloni sta facendo bene. Renzi sarebbe molto apprezzato se dicesse: “Questo presidente ha fatto bene, faccio un passo indietro e candido lui”».
Berlusconi e Salvini
Intanto, sul fronte del centrodestra, fa discutere l’intervista al Corriere della Seradi un altro protagonista di lungo corso della politica, Silvio Berlusconi. Che rivendica l’esistenza di «un solo centrodestra, quello che ho inventato io: liberale, moderato, ancorato al Ppe». Dichiarazione, se non di guerra, di ostilità nei confronti delle pretese di leadership dello scalpitante Matteo Salvini. Sulla legge elettorale, Berlusconi è anni luce lontano da Prodi e invita a «ripartire» dal sistema tedesco. (Corriere)