“Da Presidente della Repubblica Italiana ho compiuto numerose visite all’estero. La mia visita in Argentina riveste un carattere assolutamente particolare: se ho constatato, in numerose missioni fuori dall’Unione Europea l’amicizia di tanti Paesi verso l’Italia, sono consapevole, qui, di dispormi a parlare nel Congresso di un Paese che non mi è straniero, dove avverto aria di casa”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, in Visita di Stato in Argentina, ieri è intervenuto al Congreso de la Naciòn dove ha tenuto un discorso a Camere riunite. Accompagnato dal Ministro degli esteri Alfano, Mattarella è stato accolto dalla Vice Presidente della Repubblica e Presidente del Senato, Gabriela Michetti e dal Presidente della Camera dei Deputati, Emilio Monzò.
L’Argentina, ha aggiunto, è “una casa distante, in termini geografici, eppure davvero vicina, con una storia comune, fortemente intrecciata da aspettative condivise, dall’affetto di vincoli familiari e umani che resistono al tempo. Sento la consapevolezza di quanto l’Italia debba all’Argentina. Di quanto sia difficile considerarsi stranieri in un Paese in cui è impossibile tracciare confini tra l’identità nazionale e quella italiana”.
“Desidero rendere omaggio a questi sentimenti, a questa straordinaria eredità costituita da legami che hanno unito, sin dalla loro nascita, i nostri Paesi, e che vedono tutt’ora una relazione del tutto speciale. Penso – ha aggiunto – al quotidiano lavoro di numerosi migranti italiani qui accolti, in epoche diverse. Un lavoro che ha contribuito a definire la fisionomia di questo grande Paese che dalle rigogliose foreste tropicali di Misiones si estende al finis terrae della Patagonia e che – alla foce del Rio de la Plata – ha visto sorgere la più europea delle città del Nuovo Mondo, Buenos Aires. Una città che, su ogni italiano, meglio, su ogni europeo, esercita il fascino unico di una capitale lontana, eppure al contempo, domestica. Una città, Buenos Aires, – ha ricordato – divenuta ancora più legata alla città in cui vivo – la nostra Capitale -, da quando il Vescovo di Buenos Aires è diventato Vescovo di Roma con il nome di Francesco; Pontefice intensamente amato dagli argentini come dagli italiani”.
“Ai nostri connazionali migranti – ha ricordato Mattarella – sono state aperte le porte con fiducia, generosamente, dando a molti la possibilità di migliorare la propria condizione e di poter tornare in Patria o decidere di divenire parte integrante di una nuova e fiera Nazione. È una eredità preziosa, che Argentina e Italia sanno di dover preservare e valorizzare. In primo luogo attraverso uno sforzo di salvaguardia della nostra memoria, che è autenticamente comune”.
“Per questa ragione di autentico coinvolgimento – ha rimarcato il Capo dello Stato – l’Italia ha aderito con convinzione allo sforzo di ricostruzione della memoria argentina, condividendo la documentazione presente nei propri archivi. Questa memoria condivisa ci aiuta a costruire insieme il futuro. E per l’Italia – come per l’Argentina – ricordare rappresenta la base per poter guardare avanti, per non ripetere tragici errori”.
Mattarella ha quindi richiamato l’importanza della memoria collettiva e della “ricchezza di un’identità plurale”; delle battaglie vinte insieme nel passato e di quelle che oggi non possono essere affrontate se non insieme, perché se “la globalizzazione ha reso percepibile il comune destino dei popoli”, per la prima volta essa “ha consentito di poter parlare di “patria terrestre”. Una patria, il nostro pianeta, nel quale sentiamo di condividere una identica sorte, che sta al di là di ciò che determina il divenire dei nostri singoli Paesi”.
Si concretizza così “il concetto di umanità quale comunità legata da un medesimo destino”. Una comunità che deve far propri i valori di “tolleranza, democrazia, inclusione sociale, rispetto dei diritti umani, fiducia nella mediazione e nel dialogo”. Non a caso “Argentina e Italia condividono il medesimo approccio riguardo la riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che i nostri Paesi auspicano possa assumere connotati di sempre maggiore rappresentatività ed efficacia di azione. La continuità si riscontra anche nei contenuti che i nostri Paesi si impegnano a promuovere in ambito multilaterale. In questo senso, abbiamo un’opportunità assai rilevante: quella di poter sostenere insieme le nostre comuni visioni – quasi passandoci idealmente il testimone – con la Presidenza italiana del G7 di quest’anno e quella argentina del G20, nel 2018”.
“Valori di apertura e accoglienza ci accomunano, altresì, su temi complessi quali quelli dei rifugiati e dei migranti, ai quali non singoli Paesi ma l’intera comunità internazionale è chiamata a dare risposte soddisfacenti e lungimiranti”, ha proseguito il Capo dello Stato. “L’apertura con la quale da questo Continente – e da questo Paese in particolare – si è guardato al fenomeno migratorio quale fonte di opportunità, di progresso, di crescita sociale, rappresenta un esempio che dovrebbe illuminarci anche oggi. Questi valori, queste sensibilità condivise costituiscono, infine, il fulcro della nostra risposta a fenomeni che chiamano in causa, nel profondo – e impongono di preservare – la stessa ragion d’essere delle nostre società: radicalismo, criminalità organizzata, terrorismo. Minacce contro le quali, non a caso, Argentina e Italia collaborano sempre più intensamente, nella consapevolezza che soltanto risposte transnazionali possono essere realmente efficaci nella difesa delle nostre società, del pluralismo, dello Stato di diritto, del rispetto – sempre e comunque – dei diritti di ciascun essere umano e di ciascun popolo”.
Sempre in tema migratorio, Mattarella ha sostenuto che “l’Italia ha fatto dell’apertura al mondo, non soltanto in ambito economico-commerciale, ma scientifico e culturale, una delle direttrici della sua azione in ambito internazionale”. Nessun Paese, ha ribadito, “è in grado, da solo, di risolvere anche soltanto una delle grandi sfide con le quali l’umanità, oggi, si confronta. È sulla base della ferma convinzione che vi sia necessità di unire invece che dividere, di aprire piuttosto che chiudere, che consideriamo, quindi, una priorità condurre a conclusione dei negoziati tra Mercosur e Unione Europea. Un “cantiere aperto” nel quale dobbiamo impegnarci con convinzione nella certezza dei vantaggi futuri. Per questo apprezziamo fortemente la spinta costruttiva impressa in proposito dall’Argentina”. E se ci sono “dubbi e preoccupazioni” da entrambe le parti “dobbiamo sforzarci di lavorare per non perdere di vista le opportunità, straordinarie, che una vasta area di libero scambio tra regioni economicamente complementari e fra Paesi amici può creare, in termini di crescita, di rafforzamento delle nostre società solidali, soprattutto in termini di prospettive per le nuove generazioni”.
America latina ed Europa “insieme possono assolvere al ruolo di Continenti di pace, di aree di stabilità, di aree di assenza di conflitto: il dialogo tra sistemi continentali, uniti da medesimi valori, può dare nuovo slancio a quel “multilateralismo efficace” che tante prove positive ha fornito nel passato”.
Sul fronte economico commerciale, le relazioni tra le due sponte dell’Atlantico “sono solide”. Gli investimenti reciproci sono “fecondi”, così come dimostrato dagli accordi firmati lunedì pomeriggio nel Forum economico italo-argentino e dalla cooperazione scientifica-spaziale, che verrà ricordata oggi a San Carlos de Bariloche. “Ambiti di eccellenza – ha sottolineato Mattarella – nei quali i nostri ricercatori, i nostri scienziati, argentini e italiani, dimostrano quotidianamente il loro valore, nella realizzazione di una rete di conoscenza e di ricerca che sta dando risultati straordinari. Penso alla costellazione di satelliti del Sistema italo-argentino per la gestione delle emergenze. Si tratta non soltanto di un sistema avanzatissimo, e unico al mondo, per l’osservazione della terra e per la prevenzione di catastrofi naturali, ma anche di una collaborazione, che esprime bene il carattere della nostra amicizia. Un’amicizia che guarda al nostro pianeta come ad una “casa comune”, che tutti siamo chiamati a salvaguardare”.
Argentina e Italia “rinnovano oggi la loro fratellanza nella condivisione di una biografia che rimane scolpita nei nostri cuori, che si attualizza nel guardare al futuro, che si mette al servizio delle nuove generazioni. La Repubblica Argentina e la Repubblica italiana – ha concluso – hanno molto da offrire al mondo, oltre che a se stesse, e possono farlo, convintamente, insieme”. (aise)