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Matteo contro Matteo

18 de maio de 2015 - Por Comunità Italiana
Matteo contro Matteo

Matteo contro MatteoIl leghista Salvini è l’uomo del momento: sfida Renzi con le stesse armi e sullo stesso terreno

E’ l’ora dei quarantenni di successo. Dopo l’irresistibile ascesa di Matteo Renzi, leader assoluto del centrosinistra, è in rampa di lancia un altro Matteo, che di cognome fa Salvini, ha quasi la stessa età del premier e come il premier si dimostra straordinariamente ambizioso, particolarmente efficace sul piano della comunicazione ed estremamente abile nel captare gli umori degli italiani. Se Renzi è stato il rottamatore del vecchio centrosinistra italiano, capace di fare fuori, in un colpo solo, figure storiche dell’universo socialdemocratico (da Massimo D’Alema a Pierluigi Bersani), Salvini è pronto a fagocitare i vecchi dinosauri del centrodestra italiano e a candidarsi a leader dei conservatori nostrani.
Da segretario generale della Lega, il partito che voleva la secessione del Nord dal Meridione e che teorizzava il primato dell’identità padana, ha messo da parte i vecchi slogan contro “Roma ladrona” e contro i “terroni fannulloni”, concentrando tutte le sue attenzioni sui nuovi nemici: gli immigrati, i Rom, i musulmani. Poco importa che si parli di gente che scappa dai massacri in atto in Siria e in Libia, se la comunità islamica presente in Italia condanni apertamente l’attacco di Parigi e le follie dell’Isis e se tutte queste cose rappresentino fenomeni assolutamente distinti. Salvini ha messo insieme i suoi obiettivi, li ha cucinati in un unico calderone e li ha trasformati nel nemico che preme alle porte, per rubare il lavoro agli italiani. Quando la confusione regna sovrana, investire politicamente sulla paura fornisce sempre rendite sicure. Non a caso gli ultimi sondaggi elettorali danno la Lega al 13,5%, davanti a Forza Italia.

Una fetta sempre crescente della popolazione guarda con entusiasmo a Salvini
Sono in molti a considerarlo l’anti-Renzi, forse perché sembra essere il politico capace di combattere Renzi sullo stesso terreno, dando alla gente ciò che vuole la gente, parlando con il linguaggio della gente e proiettando un’immagine di sé giovane, aggressiva e rampante, ma allo stesso tempo ragionevole e bonaria. Salvini è l’uomo-ovunque: le sue esternazioni sui social network fanno sempre notizia, è onnipresente nei talk-show televisivi, tiene comizi in lungo e largo per l’Italia. Ha successo perché ha carisma e perché è bravo, ma ha successo soprattutto perché è capace di interpretare il disagio, lo smarrimento e le paure degli italiani, fornendo delle risposte che sono spesso quelle più facili, quelle più becere, nel segno della semplificazione e dell’intolleranza.
Dopo la strage di Parigi, disse che occorreva chiudere le frontiere perché “in Italia e nel mondo ci sono milioni di islamici pronti a sgozzare e a uccidere”, in un’altra occasione propose di “radere al suolo tutti i campi Rom” e in un’altra ancora annunciò che erano “in arrivo centinaia di immigrati con la scabbia e che occorreva fermarli perché vogliono farci scomparire”. Non è un caso se Salvini ha siglato un’alleanza di ferro con Casa Pound, movimento dichiaratamente fascista. D’altronde riesce a dire cose terribili, ma un attimo dopo è capace di andare in televisione e vestire i panni dell’uomo pacato, che afferma di desiderare tutto il meglio per gli immigrati, ma non in una fase che vede il Paese alle prese con molti problemi.
I mali dell’Italia, così, trovano una facile soluzione: non la corruzione, non le mancate riforme, ma l’immigrazione come male assoluto. La ricetta, nell’Europa ai tempi della crisi, funziona sul serio, come dimostrano i successi del Front National in Francia e dello Ukip in Gran Bretagna. In vista delle prossime elezioni regionali, Salvini ha optato per un’alleanza di tipo tattico con Forza Italia: ci sono regioni del Nord che la Lega non può permettersi di perdere e allo stesso tempo Berlusconi ha bisogno della stampella leghista per arginare il dilagare del centrosinistra renziano. L’alleanza tra Salvini e Berlusconi, però, è tutt’altro che organica. L’Italia, dal dopoguerra, ha dimostrato di essere immune alle suggestioni di tipo nostalgico e alle sirene del populismo di destra. Gli sviluppi della crisi europea, però, rischiano di produrre cambi di scenario dagli esiti imprevedibili.

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.