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Home > Matteo dalla follia alle scuse online «Addio alla politica»

Matteo dalla follia alle scuse online «Addio alla politica»

15 de outubro de 2009 - Por Comunità Italiana

Il militante e «la pallottola contro Silvio»

 

MODENA — I reggenti del Pd modenese, con le mani nei capelli per l'autogol regalato al centrodestra, non lo hanno cacciato dal partito solo per­ché il ragazzo-dirigente è sta­to molto veloce a togliersi di mezzo, facendo harakiri politi­co, via da ogni carica. Matteo Mezzadri, ventitreenne dal cur­riculum biografico apparente­mente rassicurante (laurean­do in ingegneria, coordinatore del Pd di Vignola, componen­te della segreteria provinciale dei giovani democratici), for­se scambiando la militanza per un war games o forse, più banalmente, pensan­do di essere spiritoso, ha scritto sulla sua pa­gina di Facebook una di quelle frasi che non solo affondano carrie­re politiche ben più navigate della sua, ma rischiano di ammorba­re clima e coscienze. «Ma santo cielo — ha tuonato il buon Mat­teo, imbufalito per la vicenda del Lodo Alfa­no con annessi veleni istituzionali —: possi­bile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlu­sconi? ».

Pum-pum: il tutto affi­dato a una delle vetrine online più viste al mondo. Pochi minuti e, sulla scher­mata di Facebook, compare un commento scandalizzato. È quello di Bruno Rinaldi, consi­gliere provinciale del Pdl, quin­di rivale politico di Mezzadri, ma pure suo amico. «Matteo, che scrivi? — chiede incredulo Rinaldi —: le pallottole non si tirano a nessuno! Queste cose non rendono giustizia alla tua intelligenza». La risposta di Mezzadri? Nulla. Il silenzio. E allora Rinaldi, amico sì, ma non in politica, solleva pubbli­camente il caso, spalleggiato dal consigliere regionale del Pdl, il penalista Enrico Aimi: «Mezzadri, aspirante Che Gue­vara, si vergogni e si dimetta! — tuonano i due berlusconia­ni —. Così si rischia davvero di trovare un volontario pron­to a conficcare una pallottola in testa al premier». Ai capi del Pd modenese basta un atti­mo per capire che il loro diri­gente è indifendibile. Il segre­tario provinciale Stefano Bo­naccini, candidato alla leader­ship regionale in quota Bersa­ni, licenzia su due piedi il ra­gazzo: «L'età e l'inesperienza non giustificano una cosa di ta­le gravità. Se non si fosse di­messo, avremmo provveduto noi a sospenderlo. La nostra solidarietà ai dirigenti del Pdl: ogni forma di violenza, anche verbale, è inaccettabile». Resta Mezzadri. Stravolto, quasi piangente, finalmente consapevole del pasticcio com­piuto. «Chiedo scusa a tutti, amici e meno amici, a partire da Berlusconi» dice al telefono con l'Ansa. È pentito, confuso: «Certe cose non si devono nemmeno pensare, soprattut­to da chi riveste un ruolo pub­blico, di riferimento per i gio­vani ». Si dice pronto a chiude­re con la politica attiva, «accet­tando i provvedimenti che il partito vorrà assumere». Quin­di riaccende il computer, tor­na su Facebook e fa pubblica ammenda: «L'ho fatta fuori dal water, come si dice in ger­go… »

Fonte: www.corriere.it 

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A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.