Nell’ambito dell’operazione “Isola Felice”, denominata cosi’ poiche’ l’Abruzzo viene ritenuto tale in quanto a criminalita’ organizzata, “oggi abbiamo colpito la cosca dei Ferrazzo in modo definitivo” ha detto in conferenza stampa il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti. “Questa ‘ndrina – ha aggiunto – che operava a livello transnazionale impiantandosi tra l’Abruzzo e il Molise. e’ stata sradicata. Parliamo di un gruppo malavitoso che trafficava sia con la droga che con le armi”. L’esponente di vertice, Felice Ferrazzo, e’ stato arrestato a San Giovanni degli Schiavoni (Campobasso) mentre al figlio Eugenio l’ordinanza di custodia cautelare e’ stata notificata nel carcere di Ferrara dove gia’ si trovava detenuto. L’operazione si e’ dunque conclusa con 25 provvedimenti restrittivi: 14 in carcere, 6 ai domiciliari, 5 obblighi di dimora. Altri due indagati da sottoporre alla stessa misura non sono stati trovati, cosi’ come risulta latitante un altro soggetto raggiunto dalla misura piu’ afflittiva. I tre ricercati si trovano tutti all’estero. Piu’ in particolare, gli arresti sono avvenuti a Vasto (Chieti), San Salvo (Chieti), Roccella Ionica (Reggio Calabria), a Messina, a San Severo (Foggia). Altri due provvedimenti restrittivi sono stati notificati per altrettanti indagati attualmente reclusi a Voghera (Pavia) e Cassino (Frosinone).
A firmare le ordinanze e’ stato il gip della Direzione distrettuale antimafia Giuseppe Romano Gargarella. “L’intervento giudiziario di oggi – ha aggiunto Roberti – arriva al termine di un’azione investigativa partita nel 2010 a seguito dell’arresto operato dai carabinieri di Pescara a carico di uno degli indagati sorpreso con quasi un chilo di cocaina purissima. La qualita’ dello stupefacente ed altri elementi acquisiti nell’immediatezza dagli investigatori hanno determinato l’avvio di attivita’ d’indagine coordinata dalla Procura distrettuale antimafia dell’Aquila, nella persona del sostituto procuratore Antonietta Picardi, al fine di individuare i complici dell’arrestato e risalire la filiera cge aveva permesso l’importazione dello stupefacente. “Nel corso dei mesi successivi – ha ricordato Picardi – una serie di mirati arresti hanno consentito ai carabinieri di scoprire un autentico ‘fiume’ di cocaina che, dal Sudamerica giungeva sul territorio nazionale tramite disparate modalita’ d’invio”. A fine 2010 in collaborazione con la polizia argentina vennero sequestrati 8 chili di cocaina liquida presso l’aeroporto di Buenos Aires mentre erano in procinto di essere imbarcati verso l’Europa e destinati alla piazza abruzzese. La progressione delle indagini, caratterizzata da intercettazioni telefoniche, Ambientai e telematiche nonche’ da importanti arresti e sequestri di stupefacente, ha portato all’individuazione di una raffineria che l’organizzazione criminale aveva realizzato in un’abitazione di San Salvo, sequestrata nel maggio 2011. In quella occasione era stato registrato anche un primo importante sequestro di armi, con la scoperta di un deposito dove i criminali custodivano 5 pistole, giubbotti antiproiettile e jammer per il disturbo delle frequenze cellulari impiegate dagli investigatori per le attivita’ di intercettazione. Alcuni mesi dopo segui’, a Termoli, il sequestro di un autentico arsenale nella disponibilita’ dell’organizzazione. Vennero sequestrate numerosi armi da guerra, tra cui kalashnikov, fucili a pompa, pistole e munizionamento. Ulteriori importanti sequestri di armi sono avvenuti in Piemonte e in Calabria e sono stati accertati traffici consistenti tra la Svizzera, le regioni settentrionali, la dorsale adriatica fino alla Calabria (anche utilizzando, per il trasporto, bus di linea solitamente utilizzati dagli emigranti) nonche’ dai Balcani seguendo rotta marittima attraverso porti pugliesi. (AGI)