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Mercati e vendite al dettaglio: Trump si vanta di risultati non ancora raggiunti

In un tweet del 26 dicembre Donald Trump, il presidente in pectore ma non ancora insediato degli Stati Uniti, ha scritto: “Il mondo era pessimista prima che vincessi – non c’era speranza. Ora il mercato è salito circa del 10% e le spese per il Natale sono sopra i mille miliardi di dollari”.

Durante la lunga campagna elettorale il candidato Trump è stato spesso criticato per le falsità dette, le esagerazioni e le inesattezze.

Vediamo quindi quanto di vero c’è nel tweet del presidente.

L’epidemia di ottimismo

L’affermazione “il mondo era pessimista” è quasi impossibile da verificare. Anche se, per quanto riguarda i soli Stati Uniti, si può dire che sia abbastanza falsa, con ogni probabilità: in base a un sondaggio Gallup nel 2015 la “soddisfazione per la propria vita” era tornata a livelli che non toccava dal 2005, con l’85 per cento degli intervistati che si diceva “soddisfatto”.

Forse Trump si riferiva all’indagine sulla “fiducia nell’economia”, dove un balzo verso l’alto dopo la sua vittoria c’è stato. Ma come spiega la stessa società di sondaggi Gallup, questo dipende dal mutato atteggiamento psicologico della base elettorale repubblicana.

Prima del voto l’81% degli elettori repubblicani riteneva che l’economia stesse peggiorando e il 16% migliorando, mentre subito dopo la vittoria del loro candidato si è passati a un 49% di pareri positivi contro un 44% di negativi.

La borsa cresce, ma non quanto sostiene Trump

Il dato sul mercato (+10%), se riferito all’indice Dow Jones, è impreciso. L’indice era infatti a 18.332 punti l’8 novembre 2016, quando ci furono le elezioni, ed è arrivato a 19.933 punti il 23 dicembre, prima della chiusura natalizia. La differenza – 1.601 punti in più – corrisponde a un aumento del 8,7%, non del 10%. Perché fosse corretta l’affermazione di Trump il Dow Jones dovrebbe aver sfondato quota 20 mila punti, arrivando più precisamente a 20.165 punti.

Secondo gli analisti americani non è improbabile che questo succeda nel prossimo futuro, tuttavia è azzardato stabilire una correlazione tra presidente e andamento del mercato. Come scrive il Washington Post: “da quando Obama fu eletto nel 2008, il Dow Jones è salito del 107% – più del doppio – ma di solito non viene indicato lui come causa di quella crescita”.

Il dato sulle vendite di Natale: ipotetico e fantasioso

Infine, il dato sulle spese per il Natale è discutibile. Al momento non è dato sapere quale sarà la spesa finale durante le festività (“Holiday Sales”, manca un indice per il solo Natale), ma ci si deve affidare alle previsioni. Quella citata da Trump di “mille miliardi”, sempre secondo il Washington Post, arriverebbe dalla società Deloitte: ma è stata fatta il 25 ottobre, quando ancora non si sapeva chi avrebbe vinto le elezioni americane. Anzi, Trump era dato perdente dai sondaggi.

La National Retail Federation (la federazione nazionale delle industrie del commercio statunitense) dà una stima inferiore, fermandosi a una previsione di 655,8 miliardi di dollari. Ma la differenza è data semplicemente dal fatto che Deloitte ha preso in considerazione novembre, dicembre e gennaio, mentre la NRF solo novembre e dicembre. Anche la previsione della NRF è comunque datata a ottobre di quest’anno, più di un mese prima delle elezioni.

Non si può ovviamente sostenere che delle previsioni fatte prima delle elezioni abbiano risentito dell’effetto della vittoria di questo o quel candidato. Anche con questo tweet Donald Trump conferma dunque la sua propensione a manipolare, quando non a distorcere, la realtà.(AGI)