Comunità Italiana

Messina, scatta il primo licenziamento Sospeso il responsabile di ostetricia

Prime sanzioni contro i medici del Policlinico di Messina. Revocato l'assegno di ricerca ad Antonio De Vivo, uno dei due ginecologi che hanno dato vita alla rissa. Sospesi l'altro medico coinvolto, Vincenzo Benedetto, e il responsabile del reparto Domenico Granese. Il ministro della Salute questa mattina ha  fatto visita a Laura Salpietro, la donna che attendeva di partorire proprio mentre è scoppiata la rissa, e alla quale hanno asportato l'utero

Arrivano le prime sanzioni contro i medici che giovedì hanno litigato dato vita a una rissa al Policlinico di Messina mentre una donna stava per partorire. Il tutto, in attesa degli sviluppo dell'inchiesta penale. Sospeso dalla direzione del reparto di Ostetrica e ginecologia Domenico Granese per la mancanza di organizzazione. Sospeso anche dall'attività assistenziale il ginecologo di turno giovedì scorso, Vincenzo Benedetto, uno dei due medici protagonisti della lite nella sala parto. Revocato l'assegno all'altro ginecologo coinvolto, l'assegnista di ricerca Antonio De Vivo (si tratta in sostanza di un licenziamento) medico di fiducia di Laura Salpietro, la donna alla quale è stato poi asportato l'utero, mentre il figlio è venuto al modo dopo due arresti cardiaci e con danni cerebrali da accertare. I provvedimenti sono stati decisi e annunciati dall'assessore regionale alla Salute Massimo Russo.

Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha incontrato questa mattina Laura Salpietro, la donna di 30 anni che ha partorito al Policlinico di Messina durante una violenta lite fra due medici, e ha chiesto scusa "alla signora e alla famiglia a nome dei medici e della Sanità per quello che è successo, e lo dico da medico". Ma il marito della donna, Matteo Molonia, non ci sta: "E' una presa in giro all'italiana – dice – da domani si spegnerà l'informazione su questo caso e la vicenda sparirà del tutto". Tuttavia precisa che "è importante che il ministro sia qui, vuol dire che qui dentro è successo qualcosa e che il problema non è soltanto il mio".

Molonia aggiunge: "Le scuse vanno sempre accettate. Il ministro Fazio ci ha chiesto scusa da uomo, da padre e da medico; anche da parte del governo. E ci ha comunicato la totale disponibilità a fare piena luce su questo fatto. Credo nell'attività degli inquirenti – ha proseguito – conosco di fama la stazione dei carabinieri di Gazzi cui i magistrati hanno delegato le indagini. Mi risulta che abbiano fatto un ottimo lavoro. Resta il fatto che la mia famiglia è ferita: mia moglie non potrà più avere figli a 30 anni e mio figlio non è ancora fuori pericolo".

Il ministro ha sottolineato: "La mia è stata una visita di solidarietà alla signora, al piccolo Antonio e a suo marito. Ho trovato la signora bene. Ho cercato di darle parole di speranza e soprattutto ho cercato di ribadirle che le istituzioni sono vicine a lei e alla sua famiglia in questo momento".

Fazio ha partecipato anche a una riunione della direzione dell'azienda universitaria per valutare se la lite nella sala parto dell'ospedale tra i due ginecologi abbia determinato un ritardo nel taglio cesareo come ha denunciato il marito della donna. Sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Messina. Cinque gli indagati: i due medici che hanno litigato, cioè Vincenzo Benedetto e Antonio De Vivo, il responsabile dell'unità di ostetricia Domenico Granese, l'ostetrico e l'anestesista che hanno fatto nascere il piccolo Antonio. Per tutti le ipotesi di reato sono lesioni colpose e omissioni.

Laura Salpietro non ha ancora potuto vedere il proprio figlio. "Fatemelo vedere, portateti da lui, ditemi che ce la farà. Di bambini non potrò averne altri, vero?", ha detto la puerpera a chi le stava accanto. La cognata della paziente, Cettina Molonia, ha ribadito che sono in attesa di conoscere quali siano i danni subiti dal bambino. "Ieri è stata tolta l'intubazione e respira da solo – ha aggiunto – ma la situazione rimane molto critica perché non sappiamo se ci sono stati danni cerebrali. La verità sul suo stato di salute si scoprirà tra un paio d'anni".

Fazio è intervenuto anche sul numero eccessivo di parti cesarei che vengono fatti al Sud: "Non sono qui per fare nessun tipo di indagine – ha detto il ministro – Secondo me i nessi non so neanche quanto siano importanti. E questo è il primo aspetto. Il secondo aspetto è che se succede qualcosa è anche perché succede in un contesto particolare. Qua stiamo parlando di parti, la media Ocse accettabile per numero di parti cesarei è non oltre il 25 per cento. In Italia siamo al 28. Ricordo che regioni come Lombardia, Toscana, Veneto, Emilia Romagna sono sotto il 30 per cento. Ricordo che nel 2009 la Sicilia è al 52 per cento, la Campania è oltre il 60 per cento". E i parti cesarei sono più costosi di quelli naturali. 

 
Fonte: www.repubblica.it