"Siamo solo all'inizio delle riforme strutturali. Occorrerà anche per l'Italia migliorare ogni giorno". Lo ha detto il premier Mario Monti parlando nello stabilimento Fiat di Melfi. "L'azione del governo è solo all'inizio anche se quella di questo governo è terminata", ha aggiunto alludendo alla necessità di continuare il processo di riforme avviato. "Penso che sarebbe irresponsabile dissipare i tanti sacrifici che gli italiani si sono assunti", ha aggiunto.
"Oggi, da Melfi, parte un'operazione che non è per i deboli di cuore, ma noi sappiamo che può emergere un'Italia forte di cuore", ha affermato il presidente del Consiglio. "Mi sembra che l'Italia sappia rimboccarsi le maniche nonostante le difficoltà evidenti e che sappia guardare con ritrovata fiducia" al futuro.
Tredici mesi fa "l'Italia aveva febbre alta e non bastava un' aspirina" ma una "medicina amara non facile da digerire ma assolutamente necessaria per estirpare la malattia".
MONTI IN CAMPO. ORA MANIFESTO, POI LISTA – di Federico Garimberti
Prima si stabilisce un programma, poi si valuta il resto. E' questa la road-map che Mario Monti ha in mente. Ed è questo il percorso che illustrato ai suoi più fedeli sostenitori: Montezemolo, Casini, Cesa, Riccardi, ricevuti di buon mattino nella sede del governo (Fini fa informalmente sapere che per ragioni di opportunità istituzionale ha evitato di essere presente). Da palazzo Chigi non smettono di sottolineare che "il presidente non ha ancora deciso se e come impegnarsi nella campagna elettorale". "La situazione è in continua evoluzione e quello che è vero ora, cioé una sua partecipazione, non lo é fra due ore", spiega una fonte che frequenta quotidianamente il professore. Precisazioni che non fanno recedere i 'montiani' dalla convinzione che il presidente del Consiglio, in un modo o nell'altro, parteciperà alla competizione elettorale. Casini è il più esplicito: "In cuor suo ha deciso", dice il leader Udc che poi, su richiesta del professore, correggere il tiro: "Deciderà". Riccardi non si sbilancia, ma indica una precisa dead line spiegando che il rebus sarà sciolto fra sabato e domenica. Il fondatore della comunità di Sant'Egiodio ci tiene a sottolineare che il termine "discesa in campo non gli appartiene", ma ribadisce che è sua intenzione lasciare una "agenda" per completare il lavoro iniziato. Ad alimentare altri dubbi l'ipotesi, tornata a circolare nei palazzi della politica, che Giorgio Napolitano possa non dare il reincarico a Monti. A palazzo Chigi una certa apprensione per la possibile reazione del Quirinale c'é: "Il presidente ha sempre prestato grande attenzione ai consigli di Napolitano", ribadiscono, sottolineando per l'ennesima volta che l'ipotesi di una partecipazione attiva alla campagna elettorale, pur se al momento "molto probabile" non deve essere data per "scontata". Ma sono cautele che durante l'incontro a palazzo Chigi, nessuno dei presenti coglie. Anzi, i centristi sottolineano come l'incontro, da solo, dimostri la volontà di partecipare attivamente alla campagna elettorale. E' vero che il premier non ha detto nulla circa il suo impegno; ma "solo per serietà, visto che non ha ancora dato le dimissioni", spiega un esponente 'montiano'. Il professore, raccontano, si è limitato a riferire come intende muoversi: sulla sua scrivania si stanno accumulando i report in cui ciascun ministro ha riassunto quanto fatto nell'anno al governo, ma soprattutto ciò che ancora resta da fare (Alcuni erano troppo tecnici e sono stati rispediti indietro), in particolare sul fronte delle riforme e della crescita. Sarà quello il "manifesto programmatico", per dirla con uno dei suoi collaboratori, che il premier intende enunciare davanti al Paese. Il luogo prescelto, al momento, è la conferenza stampa di fine anno, slittata oggi di uno, due giorni a causa del protrarsi dei lavori sulla legge di stabilità. "Monti presenterà il suo programma, chiedendo alle forze responsabili di aderire", spiegano dal suo staff. Ovviamente non tutti: "Berlusconi ci ha sfiduciato e una ricucitura al momento è impossibile", spiega un montiano della prima ora. Questo ha in mente il professore. Il resto, verrà in un secondo momento: a cominciare dal come mettere in campo una squadra a sostegno della sua agenda. L'argomento, secondo diverse fonti, è stato affrontato nell'incontro a palazzo Chigi. Ma non è stato risolutorio: si ragiona ancora sull'ipotesi di una lista unitaria 'pro-Monti' anche alla Camera (al Senato la scelta appare obbligata) dove far confluire tutti i soggetti politici interessati. Opzione prediletta dall'Udc, ma osteggiata da Montezemolo. L'alternativa è una sorta di federazione in cui le singole anime sarebbe unite dall'agenda e dal sostegno a Monti a palazzo Chigi. Al momento appare invece tramontata l'ipotesi di una candidatura diretta dello stesso premier alla Camera, in considerazione del fatto che Monti è già senatore a vita. Ma il progetto è in stato avanzato se è vero che su alcuni tavoli di palazzo Chigi già si fanno i nomi di chi inserire in lista.
Fonte: Ansa