Le vittime sono almeno 37, ma le autorità temono un bilancio più pesante
Forse un'azione per l'uccisione di un leader ingusceto autore di un attacco ferroviario
{mosimage}MOSCA – L'incubo del terrorismo caucasico ha scosso con violenza la capitale russa questa mattina, nel suo punto forse più vulnerabile, la metropolitana, e nel momento di massimo affollamento. Due esplosioni hanno squassato due stazioni in pieno centro di Mosca, facendo almeno 37 morti e decine di feriti. In azione due donne kamikaze, con altre due donne complici. La prima esplosione è avvenuta nella metropolitana nella stazione della Lubyanka, in pieno centro della capitale russa, alle 7:56 ora locale, causando almeno 23 morti. Alcune delle vittime si trovavano nel secondo vagone del convoglio, altre erano sulla banchina. La seconda esplosione si è verificata dopo pochi minuti sul terzo vagone della stessa linea del treno sotterraneo, nella stazione di Park Kultury, alle 8:38 del mattino in piena ora di punta (le 5:38 ora italiana). Le vittime sarebbero almeno 14. I feriti sono una sessantina, di cui la metà in condizioni gravi. E alcune fonti parlano di un terzo ordigno, rimasto inesploso, trovato nella stazione di Prospekt Mira. La polizia sta ricercando le altre due donne che accompagnavo le kamikaze. Dalle immagini registrate dalle telecamere di sicurezza, risulta che le due donne erano insieme alle sospette terroriste all'entrata della metro. Le loro foto sono state distribuite in modo capillare a tutte le forze di polizia.
Domani giornata di lutto. Lo ha annunciato il portavoce del sindaco di Mosca. Il comune ha inoltre garantito assistenza a tutti i feriti. Solidarietà è stata espressa dal presidente Usa Barack Obama: "Il popolo americano si unisce a quello russo nella condanna dell'estremismo violento e degli scellerati attacchi terroristi che dimostrano tanto dispregio per la vita umana", ha detto in una dichiarazione scritta diffusa a Washington. "Noi tutti condanniamo questi atti scellerati", ha aggiunto Obama che ha espresso "le più profonde condoglianze" al popolo russo. Solidarietà anche da parte della Comunità Europea, Israele, Francia, Gran Bretagna e Italia.
Terrorismo. Il leader del Cremlino Dmitri Medvedev ha dichiarato che la linea per sconfiggere il terrorismo sarà proseguita senza esitazione, fino all'ultimo. L'allarme sicurezza è scattato in particolare negli aeroporti di Sheremetyevo, Domodedovo e Vnukovo. "Quanto successo è una manifestazione dell'attività terroristica e su questo sarà basata l'ipotesi privilegiata degli inquirenti", ha detto Medvedev. Alla riunione d'emergenza erano presenti, tra gli altri, il capo dell'Fsb (l'ex Kgb) Aleksandr Bortikov, il ministro degli interni Rashin Nurgaliev, il segretario del consiglio di sicurezza Nikolai Patrushev, il procuratore generale Iuri Ciaika e il sindaco di Mosca Iuri Luzhkov. Anche il premier Vladimir Putin, attualmente in missione in Siberia, segue l'evolversi della situazione a Mosca e contribuisce a coordinare la risposta della Federazione russa. E, come alla fine degli anni novanta, lancia un anatema contro i terroristi: "saranno annientati", ha dichiarato Putin durante un collegamento video da Krasnojarsk.
Donne kamikaze. A compiere gli attentati sono state due donne, hanno reso noto i Servizi federali di sicurezza russi. E altre due donne completavano il commando. Testimoni davanti alla stazione della Lubyanka hanno detto di aver visto un gruppo di tre donne con il capo coperto dal foulard islamico fuori dalla stazione prima dell'esplosione. Una si è inginocchiata a pregare, cosa che ha insospettito i testimoni. Poi la donna è scesa nella metropolitana e le altre due si sono allontanate, pare che una armeggiasse con un telefonino, circostanza che confermerebbe la possibilità che gli ordigni siano stati azionati a distanza sul corpo delle kamikaze. Per la Russia questa dinamica ricrea l'incubo delle azioni terroriste affidate alle cosiddette "fidanzate di Allah", giovani donne legate al terrore di matrice caucasica e usate per compiere attentati suicidi. E una prima rivendicazione è arrivata dai separatisti ceceni, su un sito degli islamisti attivi nel Caucaso.
Il tritolo. Lo scoppio nella stazione Lubyanka è stato molto più violento di quello a Park Kultury. L'esplosivo usato è l'exogene, già impiegato in precedenti attentati di matrice caucasica. Nella stazione di Lubyanka la potenza era pari a 4 chili, nell'altra 1,5-2 chili. Entrambi gli esplosivi erano imbottiti di chiodi, bulloni e pezzi di ferro. L'ipotesi è che l'esplosivo fosse contenuto in zainetti collegati a dispositivi azionabili tramite telefonino.
Indagini e ipotesi. Potrebbe essere stato un gruppo terroristico legato al Caucaso del Nord l'autore degli attentati odierni alla metropolitana di Mosca, ha reso noto il capo dei servizi di sicurezza (Fsb) Aleksandr Bortnikov nella riunione di emergenza convocata dal leader del Cremlino Dmitri Medvedev. "Sul posto sono stati trovati i frammenti di due donne kamikaze che, secondo i dati preliminari, avevano a che fare in termini di residenza con il Caucaso del Nord", ha spiegato Bortnikov. L'ipotesi per ora più accreditata è che si tratti di donne parenti di Said Buryatsky, capo ribelle ucciso in Inguscezia all'inizio di marzo nel corso di un raid punitivo per l'attentato al treno Mosca-San Pietroburgo nel quale a novembre morirono 26 persone. Questo elemento fa pensare a una scelta simbolica del convoglio della metropolitana colpito oggi: come tutti i convogli, era "a tema" e si chiamava "Stella Rossa" come appunto il treno Mosca- San Pietroburgo. Anche il luogo, la Lubyanka sede dei servizi segreti da cui proviene l'ex premier ed ex presidente Vladimir Putin, è simbolicamente importante: un assalto al cuore del potere.
Risale al 14 febbraio scorso l'ultima minaccia dei 'ribelli' del Caucaso del nord contro la Russia: a firmarla è stato stato Doku Umarov, proclamatosi nel 2007 emiro e capo di tutti i gruppi ribelli attivi nel nord del Caucaso, e ritenuto dalle autorità russe il nemico numero uno nella regione. In un video postato sul sito Kavkaz-Tsentr, considerato vicino ai 'ribelli', Umarov annuncia che la guerra riguarderà tutto il territorio russo. "I russi non capiscono che la guerra oggi sta arrivando nelle loro strade, nelle loro case, nelle loro città, non solo in tv da qualche parte lontano nel Caucaso, senza che li riguardi", ammonisce nel video. "Ma noi intendiamo, con l'aiuto di Allah, dimostrare loro che la guerra sta arrivando nelle loro case. Così le zone delle azioni di combattimento saranno allargate, con l'aiuto di Allah, per includere l'intero territorio russo", prosegue, dicendosi certo che quest'anno "avremo grande successo". Il Caucaso del Nord è abitato prevalentemente da musulmani e l'area da anni è segnata da forte spinte indipendentiste.
Gli obiettivi. Le due esplosioni sono avvenute lungo la linea rossa Sokolniceskaia, che taglia in diagonale la città da nord est a sud est passando sotto il cuore della capitale, a due passi dal Cremlino e dalla piazza Rossa. La fermata Lubyanka si trova a poche centinaia di metri, nell'omonima piazza, dove si trova la sede storica dei servizi di sicurezza, l'Fsb (l'ex Kgb). Un luogo fortemente simbolico, vero cuore del potere centrale russo. Elemento che suffragherebbe ancor di più l'ipotesi della pista separatista. Si tratta comunque di punti di snodo nevralgici del grande sistema di trasporto sotterraneo della capitale russa. In particolare, la fermata di Park Kultury è quella dove si incrociano la linea di Gorky Park e quella circolare, sempre affollatissima.
La città. Settanta squadre mediche sono al lavoro per portare le decine di feriti, evacuati con gli elicotteri, negli ospedali della capitale. Le autorità cittadine hanno lanciato un appello ai moscoviti affinché evitino di recarsi in centro stamattina. Ma la città è rimasta relativamente tranquilla, con le forze dell'ordine che presidiano le stazioni. La linea della metropolitana moscovita Sokolniceskaia, dove si sono verificate le due esplosioni, è interrotta in entrambe le direzioni dalla stazione Sportinvanaia fino alla Komsomolskaia. Gli accessi alle stazioni sono bloccati. Ambulanze e forze di polizia sono sul luogo degli attentati. Sono state rafforzate, come è prassi, le misure di sicurezza. La sorveglianza è stata aumentata anche nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti e nei principali luoghi pubblici. Per rafforzare il pattugliamento della polizia sono stati mobilitati oltre 700 militari del ministero dell'interno, con l'ausilio di unità cinofile. Misure analoghe sono state prese a San Pietroburgo, in particolare nella metropolitana, e in altre regioni russe.
Vittime straniere. Il ministero dell'Emergenza russo ha escluso la presenza di cittadini dell'Unione europea tra le vittime. L'Unità di crisi della Farnesina, in contatto con l'ambasciata a Mosca, ha subito avviato i controlli per verificare l'eventuale presenza di cittadini italiani, ma l'ambasciatore italiano, Claudio Vittorio Surdo ha assicurato che: "non vi sono vittime europee, non vi sono vittime italiane". Il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva già escluso l'eventualità che nell'attentato fossero coinvolti italiani.
Fonte: www.repubblica.it