L’ipotesi di suddividere la Libia in tre regioni indipendenti, Tripolitania, Cirenaica e Fezzan, “non e’ ragionevole” e “sarebbe come ricostruire il muro di Berlino in Germania”: e’ il monito lanciato dall’ambasciatore libico a Roma, Ahmed Safar, l’unico riconosciuto dall’Italia, in un’intervista all’Agi. Negli ultimi giorni sono circolate indiscrezioni secondo cui le cancellerie occidentali starebbero pensando all’idea di riportare il Paese nordafricano alla stessa divisione amministrativa dell’impero ottomano, con tre entita’ distinte, nel caso non si riesca a formare un governo di unita’ nazionale. Questa ipotesi “non e’ ragionevole”, ha insistito il diplomatico, “perche’ si tratta di un contesto geopolitico differente”.
Blitz dell’Isis a Sabrata
Riguardo le difficolta’ per la formazione del governo di unita’ nazionale, ancora bloccato dal mancato via libera del Parlamento di Tobruk, Safar ha ricordato le “tensioni che hanno accompagnato l’intero processo politico fino a raggiungere l’accordo”. Il ritardo nella formazione dell’esecutivo “non preoccupa piu’ di tanto, mi preoccupano le ragioni”, ha spiegato l’ambasciatore, “purtroppo non esistono altre opzioni se il Parlamento non approva il nuovo governo, non ci sono vie d’uscita diverse da un esecutivo unitario in Libia”.
Eventuali azioni militari in Libia “dovrebbero sempre considerare la sovranita’ del Paese” e dovrebbero essere condotte “in totale allineamento con le autorita’ libiche”, ha aggiunto Safar.
“La popolazione libica e’ sempre stata molto chiara sulla nozione di intervento militare esterno”, ha spiegato, rispondendo a una domanda sulla possibilita’ di raid americani e occidentali contro i jihadisti in Libia, che potrebbero partire dalla base militare italiana di Sigonella, in Sicilia. “Tale sensibilita'”, ha sottolineato il diplomatico, “e’ condivisa dal governo italiano e da altre forze politiche in Italia e in Europa”. (AGI)