Blitz dell’Isis a Sabrata
Riguardo le difficolta’ per la formazione del governo di unita’ nazionale, ancora bloccato dal mancato via libera del Parlamento di Tobruk, Safar ha ricordato le “tensioni che hanno accompagnato l’intero processo politico fino a raggiungere l’accordo”. Il ritardo nella formazione dell’esecutivo “non preoccupa piu’ di tanto, mi preoccupano le ragioni”, ha spiegato l’ambasciatore, “purtroppo non esistono altre opzioni se il Parlamento non approva il nuovo governo, non ci sono vie d’uscita diverse da un esecutivo unitario in Libia”.
Eventuali azioni militari in Libia “dovrebbero sempre considerare la sovranita’ del Paese” e dovrebbero essere condotte “in totale allineamento con le autorita’ libiche”, ha aggiunto Safar.
“La popolazione libica e’ sempre stata molto chiara sulla nozione di intervento militare esterno”, ha spiegato, rispondendo a una domanda sulla possibilita’ di raid americani e occidentali contro i jihadisti in Libia, che potrebbero partire dalla base militare italiana di Sigonella, in Sicilia. “Tale sensibilita'”, ha sottolineato il diplomatico, “e’ condivisa dal governo italiano e da altre forze politiche in Italia e in Europa”. (AGI)