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Home > Napolitano alle toghe: «Fate autocritica per recuperare fiducia della gente»

Napolitano alle toghe: «Fate autocritica per recuperare fiducia della gente»

27 de abril de 2010 - Por Comunità Italiana

Il presidente della Repubblica invoca "misura e rispetto tra giustizia e politica"

ROMA – Misura e rispetto reciproco tra politica e giustizia. Lo chiede Giorgio Napolitano ricevendo al Quirinale le nuove leve della magistratura italiana (298 vincitori di concorso), numerose decine di giovani che hanno appena vinto il concorso ed ora iniziano il tirocinio. «Deve prevalere in tutto il senso della misura, del rispetto, e infine della comune responsabilità istituzionale», dice il Capo dello Stato, «nella consapevolezza di essere chiamati a prestare un servizio efficiente, e garantire un diritto fondamentale ai cittadini». «Occorre adoperarsi per recuperare l'apprezzamento e il sostegno dei cittadini. E a tal fine la magistratura non può sottrarsi ad una seria riflessione critica su se stessa, ma deve proporsi le necessarie autocorrezioni, rifuggendo da visioni autoreferenziali».

NUOVA FASE – Ai giovani magistrati il Presidente della Repubblica chiede anche «l'apertura di una nuova pagina dopo una nuova fase certamente travagliata». Nell'immediato sottolinea la preoccupazione per la perdita di credibilità del potere giudiziario, troppo lento e farraginoso nella sua azione. Ma i guai vengono anche da una certa predisposizione al protagonismo mediatico. Ci vuole, insomma, anche una seria autocritica libera dalla difesa delle posizioni di corporazione. «L'ho detto più volte anche in passato», scandisce, «quella del magistrato è una funzione che esige equilibrio, serenità e sobrietà di comportamenti». Poi il consiglio: «Fate attenzione a non cedere a esposizioni mediatiche o a sentirvi investiti, come ho detto più volte in questi anni, di missioni improprie e esorbitanti oppure ancora a indulgere ad atteggiamenti impropriamente protagonistici e personalistici che possono offuscare e mettere in discussione l'imparzialità dei singoli magistrati, dell'ufficio giudiziario cui appartengono, della magistratura in generale».

AL CSM – Napolitano, nel duplice ruolo di presidente della Repubblica e di presidente del Csm, ha ricevuto al Quirinale anche i vertici del Consiglio superiore della magistratura, a cui ha raccomandato «il massimo impegno nel dare attuazione nei prossimi mesi alle norme sul trasferimento nelle sedi ’disagiate’ e nel procedere tempestivamente, con il ’concerto’ del ministro, al conferimento di uffici direttivi di grande importanza». Si tratta, ricorda Napolitano, «in primo luogo di quello di primo presidente della Corte di cassazione e di procuratore della Repubblica di Milano». Poi il capo dello Stato esprime «apprezzamento e stima al vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, per l’equilibrio e lo spirito di servizio con i quali ha assiduamente presieduto i lavori del Consiglio in questi anni anche nelle situazioni più difficili».

MANCINO – E Mancino, prendendo la parola, ha detto che la guida del Csm affidata al presidente della Repubblica dall'articolo 104 della Costituzione è anche «segno di riconoscimento della rilevante funzione svolta dall'organo di governo autonomo». Poi ha sottolineare il dato che non solo sempre più donne fanno i magistrati ma in uno degli ultimi concorsi per l'accesso all' ordine giudiziario hanno costituito la maggioranza dei vincitori: il 58%. Mancino ha parlato al riguardo di una «conferma» del «successo dei candidati di sesso femminile, secondo un andamento ormai costante negli ultimi concorsi, giacchè dei 298 vincitori ben 173 sono donne». Sono «tutte donne», ha fatto presente il vice presidente, anche i 4 magistrati che hanno vinto il concorso bandito per la Provincia Autonoma di Bolzano. Significativo pure un altro dato relativo allo stesso concorso: la presenza di «ben sette» magistrati abruzzesi «che hanno sostenuto le prove orali ad appena un mese di distanza dal sisma che ha afflitto la loro regione». Rispetto al passato, ha notato ancora Mancino, «è più accentuata la distribuzione geografica delle provenienze», visto che «in tutti i distretti di Corte d'appello sono presenti magistrati in tirocinio», con il risultato che è «territorialmente rappresentata tutta la nazione». Le sedi di «Napoli e Roma, seguite da Milano e Catania», continuano però a « fornire un elevato numero di nuovi magistrati».

Fonte: www.corriere.it


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