Accusa l'Authority: "In questi organismi vince l'appartenenza politica"
Il presidente del Consiglio – in conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri – torna sui temi a lui più cari, come già ieri sera durante l'intervento alla Mostra d'Oltremare di Napoli: "Noi continuiamo a lavorare nonostante i giornali e le televisioni siano stati riempiti da temi che la magistratura di sinistra ha abilmente messo in campo". Se la prende non solo con i magistrati, ma anche con l'Agcom: perché a suo giudizio nell'organismo, "al di là di ogni ipocrisia, non vince il buon senso bensì l'appartenenza politica, esattamente come nei nostri tribunali. Questa è una cosa di cui ci occuperemo nei tre anni di legislatura che ci restano, con una grande riforma della giustizia, perché questa giustizia mette in pericolo la democrazia".
All'Agcom Berlusconi si era rivolto – come da intercettazioni dell'inchiesta di Trani – per mettere un freno ad Annozero di Michele Santoro e più in generale a quelli che definisce "processi in tv". "Era mio dovere da cittadino e da premier – insiste, motivando così le sue telefonate al commissario Agcom Giancarlo Innocenzi – per ottenere che non si compissero più certi abusi in una trasmissione del servizio pubblico: i processi in tv sono un'ignominia che non si può tollerare in un paese civile. Ho cercato in maniera corretta di provocare un intervento doveroso da parte dell'Agcom. Mi è stato detto che non era possibile perché, al di là di ogni ipocrisia per cui queste autorità sono indipendenti, c'era un membro nominato dall'Udc che risponde all'Udc che non faceva maggioranza con gli altri: prevale non il buonsenso ma l'appartenenza politica. Esattamente come nei nostri tribunali, dove si danno giudizi sulla base della politica".