Comunità Italiana

Napolitano: qui si respira, altrove bolgia

Il presidente a Tor Vergata: «Tira una bella aria». Amato: c'è turbolenza sui rami alti dello Stato

 

{mosimage}ROMA – «Qui si è respirata una bella aria, altrove c'è la bolgia». Il presidente Napolitano, lasciando l'Università di Tor Vergata dove ha partecipato a un convegno sul 150° anniversario dell'Unità d'Italia, ha sintetizzato le vicende politiche italiane con una battuta. Poche parole che indicano però una situazione piuttosto complessa.

AMATO: «TURBOLENZA» – Durante la cerimonia alla facoltà di Lettere c'è stato anche un intervento di Giuliano Amato che ha sottolineato come «da un paio di decenni ci sia turbolenza sui rami alti dello Stato per molteplici tensioni che hanno portato agli interventi della Corte Costituzionale». Proprio alla difesa che Amato fa dell’equilibrio tra i poteri nella Costituzione si ispira la domanda che viene rivolta subito dopo al capo dello Stato: è vero che ci sono turbolenze nei rami alti? «Non so se Amato abbia usato questa espressione – risponde Napolitano -. So che questa è stata una splendida iniziativa, ad alto livello culturale e civile, anche con una comunanza di accenti: c'era un ministro della Repubblica, c'era un esponente storico della politica italiana come Amato, c'era anche un maestro come il professor Talamo. Insomma, qui si è respirato una bella aria, altrove c’è la bolgia».

EQUILIBRIO DEI POTERI – Amato ha parlato anche dell'equilibrio tra i poteri: «Nulla legittima di per sé il potere esorbitante di una istituzione – ha detto alla presenza di Napolitano -. Non lo legittima né un potere ricevuto per grazia di Dio né per mandato elettorale. Oggi sembra che sia messo in dubbio il consolidamento del principio dell'equilibrio dei poteri che è l'architrave a cui, per fortuna, siamo riusciti a ricondurre la Costituzione della Repubblica». Amato ha concluso dicendo che il mandato popolare elettivo non consente di collocarsi al di sopra di altri poteri e ha osservato che sull'immunità parlamentare emerge anche la tentazione del Parlamento a definire la questione in modo insindacabile da altri.

Fonte: www.corriere.it