Effettivamente "esiste un conflitto di giurisdizioni" sulla questione dei marò che "deve essere esaminato. Lo ha detto oggi a New Delhi il portavoce del ministero degli Esteri indiano, Syed Akbaruddin. Per il momento, ha aggiunto, "noi ci atteniamo alle direttive che ci provengono dalla Corte Suprema". Ad una domanda riguardante il fatto che l'ambasciatore Daniele Mancini (a cui oggi la Corte Suprema indiana ha esteso la limitazione a non lasciare l'India fino a nuovo ordine, ndr.) è anche accreditato in Nepal e potrebbe dover viaggiare a quel paese, Akbaruddin è stato molto prudente. "Ci muoviamo in un terreno molto delicato – ha indicato – e devo ricorrere al proverbio che dice "vediamo come attraversare il ponte quando vi arriveremo". Peraltro, ha concluso, "non abbiamo al momento ricevuto alcuna richiesta in questo senso"
Il presidente della Corte Suprema Altamas Kabir ha sostenuto oggi che quando ha presentato insieme ai marò una dichiarazione giurata, l'ambasciatore Daniele Mancini "automaticamente ha perso il diritto all'immunità". "Ho perso ogni fiducia nel sig. Mancini", ha concluso il magistrato.
UE,ENTRAMBE PARTI RISPETTINO CONVENZIONE VIENNA Per la Ue "la Convenzione di Vienna deve essere rispettata da entrambe le parti". Così il potavoce di Catherine Ashton, Michael Mann, ha risposto a chi chiedeva se per la Ue l'ambasciatore italiano in India godesse ancora dell'immunità diplomatica dopo le decisioni di stamattina della Corte suprema indiana.
UE,NON FACCIAMO PARTE DISPUTA TRA ITALIA E INDIA L'Ue "non fa parte della disputa legale" tra Italia e India e "perciò non può prende posizione nel merito degli argomenti legali riguardanti la sostanza del caso". Lo afferma in una nota all'ANSA un portavoce di Catherine Ashton, responsabile per la politica estera dell'Ue. L'Ue esprime tuttavia "l'incoraggiamento" a Italia e India perché trovino una "soluzione amichevole" nell'ambito del "rispetto delle regole internazionali". "Come fatto sin dall'inizio di questo caso – è scritto nella nota – incoraggiamo Italia ed India a trovare una soluzione di reciproca soddisfazione, basata sulla Convenzione sul diritto del mare e sul diritto internazionale, esplorando tutte le vie per una soluzione amichevole". Ribadendo quanto affermato già venerdì scorso, la Ue poi "prende nota delle discussioni in corso tra India e Italia e continua a sperare che una soluzione consensuale possa essere trovata attraverso il negoziato ed il rispetto delle regole internazionali".
La Corte suprema indiana ha rinviato al 2 aprile prossimo la decisione sul caso dei marò. I giudici hanno esteso fino alla data della prossima udienza il divieto di espatrio per l'ambasciatore che non era presente in aula.
Dopo aver ascoltato le ragioni del Procuratore generale e del legale della parte italiana, il presidente della Corte Suprema Altamas Kabir ha chiarito di non volersi esprimere sul non ritorno del marò fino alla scadenza del permesso il 22 marzo.
Il giudice è parso respingere l'istanza secondo cui l'amb. Mancini ha firmato la sua dichiarazione giurata a nome dell'Italia. Ha quindi disposto l'estensione del suo precedente ordine secondo cui il diplomatico non può lasciare l'India.
CORTE INDIA, IN PRATICA ANCORA NON VIOLATO PERMESSO Praticamente Massimiliano Latorre e Salvatore Girone "non hanno ancora violato le nostre direttive". Lo ha detto il presidente della Corte Suprema indiana, Altamas Kabir, affermando oggi che "bisogna attendere il 22 marzo (giorno di scadenza del permesso concesso ai marò) per esprimersi "ascoltando anche l'opinione del governo centrale che è parte di questa vicenda".
DIFESA,NESSUNO PUO' IMPORRE RESTRIZIONI A AMBASCIATORE Il difensore dei due marò italiani e dell'ambasciatore d'Italia in India Daniele Mancini, Mukul Rohatgi, ha ricordato alla Corte suprema indiana che in base alla Convenzione di Vienna, la persona dell'ambasciatore è inviolabile e che quindi "nessuna autorità indiana può imporre restrizioni sui suoi movimenti".
Fonte: Ansa