Dylan, che ha 75 anni, è nato il 24 maggio del 1941 a Duluth, in Minnesota, e il suo nome autentico è Robert Allen Zimmerman; ma il nome gli sembrava troppo altisonante. “Il mio nome è adatto a un re scozzese, non a me”, scherzava.
E siccome gli piaceva un poeta chiamato Dylan Thomas ha deciso di darsi il nuovo nome, Bob come proprio diminutivo e Dylan in onore del poeta.
Cantautore folk e scrittore, è stato nelle sue canzoni un poeta intenso, autore di versi quasi narrativi, pieni di simbolismi sfuggenti, dedicati all’amore o a personaggi contorti, ed è il portavoce di una generazione di utopie. “Tutto quello che posso fare è essere me stesso, chiunque io sia”, ha detto di se stesso. Il talent scout che ha scoperto la sua voce ruvida e nasale e le sue note tutte ‘tosse e abbaio’ è John Hammond, il leggendario produttore che ha portato al successo anche Aretha Franklin e Billie Holiday. Hammond lo sentì per la prima volta suonare l’armonica. Il suo primo album, un album folk and blues registrato nel novembre del 1961 e chiamato proprio come lui, è considerato tra i meno belli, ma fu registrato in soli due giorni. “Le mie canzoni non cercavano di piacere a nessuno, non trasudavano dolcezza”, ha scritto nella sua autobiografia, Chronicles, pubblicata nel 2014 in Usa. “O allontanavano la gente o la costringevano a venirmi più vicino per capire di cosa si trattasse”.
Il suo nome era apparso più volte nella liste dei papabili al Premio Nobel per la Letteratura, ma ha comunque colto di sorpresa. Atipica anche la decisione di affidare a una donna, Sara Danieus, l’annuncio, prima donna a dare la lettura della decisione del Comitato dei Nobel, come ha spiegato la stessa organizzazione su Twitter. (AGI)