Comunità Italiana

Nobiltà e natura

Sorseggiando la storia nell’antico Castello di Ramazzano, dove oggi nascono grandi vini italiani

Metti una vacanza in Italia. All’insegna del gusto, della tradizione e dell’eleganza. Tra le dolci colline dei Colli Altotiberini, nell’Italia centrale, e precisamente in Umbria, si erge un antico maniero. E’ il Castello di Ramazzano, edificato nel XII secolo. Se l’intenzione è quella di mettervi in viaggio verso il Belpaese, potreste decidere di fermarvi qui, anche per una sola giornata. E godere della storia che si respira tra queste mura, magari sorseggiando un calice di buon vino italiano. Perché questo Castello è oggi proprietà dei fratelli Aliani, pugliesi d’origine, che oltre all’antica dimora possiedono dei vigneti, nei terreni agricoli annessi alla tenuta.
Ad innamorarsi dell’intera proprietà è stato, nel lontano 1999, Antonio Aliani, il capofamiglia, che si trovava di passaggio in queste zone durante un viaggio di ritorno dalla Toscana. Vide il Castello, capì la qualità del terreno, e decise di acquistare. In tutto, 226 ettari baciati dal sole. Qui, dal 2007, dopo un lungo lavoro di restauro del Castello, i figli di Antonio, Angela e Vincenzo, producono importanti vini. Che hanno un nome di respiro storico.
Due i bianchi. “Non Otium”, Igt dell’Umbria (Trebbiano 60%, Chardonnay 40%), omaggio a un affresco del 1500 dei monaci benedettini, che si sopra il camino della grande sala del Castello, che invita a “lavorare e non oziare”. “Silentium” è il vino bianco Doc Colli Altotiberini (Trebbiano 50%, Grechetto 30%, Chardonnay 20%), dai riflessi dorati, profumi di pera e mela, con un nome che evoca la quiete sacra di queste colline. Nel 2011 ha ottenuto la medaglia d’argento al concorso mondiale di Bruxelles.
Poi ci sono i due rossi. “Leone XIII”, Igt dell’Umbria, (Sangiovese 40%, Cabernet sauvignon 20%, Cabernet franc 20%, Merlot 20%), dai marcati sentori di legno e liquirizia. Un vino chiamato così in onore del Papa autore dell’enciclica ‘De Rerum Novarum’. Il Castello, infatti, a metà ‘800 fu venduto a Camillo Pecci, nipote del pontefice, padre della dottrina sociale della chiesa. Ancora, “Castrum Ramaçani” è un vino rosso Doc, (Sangiovese 60%, Cabernet 20%, Merlot 20%). Una chicca pugliese: provate ad aggiungerne un cucchiaio nei tortellini con il brodo di carne. Chiamato ‘Castrum’ perché tale è il nome che nel 1258 si dà al Castello di Ramazzano negli elenchi delle fortezze del territorio di Perugia. Ultimo nato in casa Aliani (primo anno di produzione 2014) è il “Castello di Ramazzano Rosè”, rosato a base Sangiovese, di tradizione spiccatamente pugliese.
Se oggi questo splendido maniero è tornato a nuova vita, con la sua corte, i suoi camini, le sue sale affrescate, dove la vigna si scorge dalle finestre come in una cartolina e un risveglio qui ci fa sentire parte della storia italiana, è grazie alla famiglia Aliani. Molti stranieri lo scelgono addirittura come location delle loro nozze in Italia. A marzo, ad esempio, c’è già una prenotazione da una coppia di giovani tedeschi che pronunceranno il loro sì al Castello di Ramazzano. Ma si può alloggiare qui semplicemente per godersi la pace della campagna e il buon vino italiano.
“Non è stata solo una sfida aziendale, ma un dovere che sentivamo di compiere per dare a questa fortezza almeno altri mille anni di storia”, dicono Angela e Vincenzo Aliani. Un Castello prima ridotto a un rudere, memoria di antichità umbre (e italiane) che solo il cuore di un contadino ‘illuminato’ ha saputo restituire alla gloria di questi luoghi. Qui, la nobiltà è un dono di natura.