L’accordo tra Italia e Libia non mi piace
“Ho molti dubbi” sull’ accordo siglato tra Italia e Libia sulla gestione dei flussi migratori “non mi piace”. Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, secondo la quale l’accordo “presenta molti dubbi di fattibilità e linearità”.
“Al Sarraj controlla solo una parte della Libia; i centri di dentenzione sono sempre stati luoghi dove non ci sono condizioni umane. La migrazione non si gestisce cercando di bloccarla. La migrazione umana – ha proseguito – non si gestisce dalla coda ma dalla testa”, bisogna “capire come rimuovere le cause che portano alla migrazione: guerra, povertà e violazione dei diritti umani. Mettere la gestione dei flussi migratori in mano a chi non ha strutture nè condizioni per farlo significa non risolvere”. Secondo Boldrini è necessario “capire come rimuovere le cause che sono alla base della fuga” di tante persone “e come gestire all’interno di una casa comune, cioè l’Unione europea”.
Lavori socialmente utili per i migranti? Perché no
“Restare inattivi per mesi non piace a nessuno” e “motivarli a fare qualcosa di utile per i richiedenti asilo è anche un modo per restituire l’ospitalità che gli viene data”, sono loro che “chiedono di essere occupati”, ha sottolineato Boldrini facendo l’esempio dei migranti che hanno dato una mano a Rigopiano.
Frasi a effetto dei politici sono solo infotainment
“Oggi non importa se ciò che si dice sia vero o no, è più importante l’infotainment(l’informazione-spettacolo ndr). Se colpisci con frasi a effetto piaci di più come politico. Alle persone non interessa se un politico dice il vero o il falso, si cercano altri che la pensino nello stesso modo. E’ un dialogo tra sordi cercare bufale che confermino le proprie idee e i propri preconcetti”. “Non me la prendo” con i cittadini che hanno paura dell’alto flusso di migranti “ma con chi alimenta a tavolino la paura e che su quella paura ha costruito carriere politiche”.
Anche le testate giornalistiche hanno il proprio ruolo, ha spiegato la Presidente: “Se non si fa il fact checking” contribuendo a diffondere notizie false e non verificate, ci si rende “complici”. Per Boldrini è quindi necessario “introdurre la figura di un referente per il il pubblico che segnali hate speech e le notizie false”.
L’Authority sulla verità su Internet, ha affermato ancora la Presidente, “non mi convince e neanche il tribunale del popolo che qualcuno suggerisce. La strada maestra è aiutare i ragazzi dando loro strumenti per comprendere e fare in modo che la nostra società sia più consapevole”.
#Bastabufale.it, 8mila firme contro le fake news
In 24 ore sono state 8mila le persone che hanno firmato l’appello di Bastabufale.it, un progetto fortemente voluto dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini, per fermare lefake news. Questo risultato “è tantissima roba”, ha detto Boldrini e dimostra che “il tema è sentito e spero che in tanti partecipino”.
La raccolta firme “durerà fino a fine marzo” seguita da “un tavolo aperto a tutti in diretta streaming” e poi “vediamo come si impegnaranno le imprese; non possono fare pubblicità su siti bufalari e fare finta di niente”.
“Il problema – ha spiegato Boldrini – si affronta soprattutto attraverso la formazione. I ragazzi sono bravi a smanettare con i digital devices ma
non hanno abbastanza senso critico e tutto ciò che vedono in rete prendono tutto per buono”. A fare da testimonia alla campagna Bastabufale.it, lanciata ieri dalla presidente della Camera ci sono Verdone, Fiorello, Totti, Amendola, Ozpetek.”So che Totti sta preparando un video ma non posso dire altro altrimenti si arrabbia”, ha scherzato Boldrini.
Anche Facebook si impegni a contrasto dell’odio
“In Italia ci sono 28 milioni di utenti Facebook, perché non si apre un ufficio operativo? Serve un investimento serio” contro l’odio in rete. Inoltre Boldrini propone a Facebook di pensare a un’icona ‘attenzione odio’, un numero verde a cui le persone possono rivolgersi e l’apertura di un ufficio operativo in Italia. Fino ad ora le risposte ricevute dal colosso statunitense sono state “cordiali ma generiche. Mi aspetto che i vertici mi rispondano e mi dicano cosa pensano di queste proposte concrete”. (AGI)