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Home > Nuovo bombardamento su Brega A Tripoli scontri e spari in strada

Nuovo bombardamento su Brega A Tripoli scontri e spari in strada

04 de março de 2011 - Por Comunità Italiana

Stando a quanto riferito dai media arabi le forze di Gheddafi avrebbero ripreso stamane violenti attacchi contro le due importanti città passate agli insorti. Nella capitale centinaia di manifestanti nella Piazza Verde e nel quartiere di Tajoura. Lacrimogeni e corpo a corpo con forze di sicurezza

ROMA – Le forze fedeli al leader libico Muammar Gheddafi hanno bombardato di nuovo il terminal petrolifero di Brega, la città nell'est del Paese controllata dagli insorti. Lo ha reso noto l'emittente tv al Arabiya. Due persone sono morte e 20 sono rimaste ferite nella città di al-Zawiyah, in Tripolitania, tra le brigate del colonnello e i ribelli che controllano il centro cittadino. Secondo la tv araba al-Jazeera.

Continua, quindi, la controffensiva militare 1 in Cirenaica, dove è in corso la battaglia per i pozzi petroliferi. Ieri gli oppositori hanno respinto un raid aereo a Brega ed è stata attaccata anche Ajdabya. Questo mentre la diplomazia internazionale intensifica la pressione su Gheddafi e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha lanciato un ultimatum al rais: "Deve andarsene – ha detto – Siamo pronti all'intervento militare".

Manifestazione a Tripoli.
Centinaia di dimostranti anti-regime sono scesi in piazza nel quartiere di Tajoura a Tripoli. Il quartiere è teatro dall'inizio della rivolta di numerosi episodi di violenza che hanno causato molte perdite a entrambe le fazioni in lotta. La polizia ha lanciato lacrimogeni e ho sentito degli spari e la folla si è dispersa. Quattordici fuoristrada che trasportano uomini delle forze di sicurezza sono arrivati nel luogo della manifestazione. "Hanno sparato gas lacrimogeni. Ho sentito degli

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spari. La folla corre da tutte le parti", ha detto un reporter della Reuters. Scontri sono scoppiati anche nella Piazza Verde di Tripoli. Secondo la tv 'al-Arabiya', si stanno affrontando con dei veri e propri corpo a corpo i sostenitori del colonnello Muammar Gheddafi e i suoi oppositori. Circa 20 camion carichi di agenti della sicurezza sono stati visti dirigersi nella zona per sedare gli scontri.

La censura. Le autorità libiche hanno bloccato un gruppo di giornalisti stranieri all'interno di un albergo della capitale per impedire che raccontino le proteste. Nell'hotel Rixos si trovano circa 130 giornalisti, invitati dal governo libico e i cui movimenti sono però strettamente controllati. Quando il gruppo di reporter, tra cui quelli della Reuters, hanno tentato di uscire dall'albergo, situato a sud del centro di Tripoli, alcune guardie hanno bloccato loro la strada. Un portavoce del governo libico, Mussa Ibrahim, ha detto che i giornalisti vengono tenuti all'interno dell'albergo Rixos, perché la loro presenza potrebbe scatenare ulteriori violenze da parte di quelli che ha descritto come "affiliati" di Al Qaeda.

I ribelli non cedono. "Vittoria o morte… non ci fermeremo finché non avremo liberato questo Paese": lo ha detto il leader del Consiglio dei ribelli libici Abdel Jalil, parlando ai suoi sostenitori ad Al Bayda in Cirenaica. Jalil ha messo in guardia contro le infiltrazioni di sostenitori del colonnello Gheddafi tra le fila degli insorti. La folla presente ha risposto alle parole di Jalil gridando lo slogan: "La prossima battaglia a Tripoli".

Saif rivendica le bombe. La scelta di bombardare Brega è stata rivendicata da Saif Al Islam come un'indispensabile mossa stragegica. In un'intervista a Sky News, il secondogenito di Muammar Gheddafi ha spiegato che l'attacco è stato lanciato per "costringere" i ribelli a ritirarsi. "Le bombe servono solo a costringerli a ritirarsi – ha spiegato – Non c'è centro abitato lì, la città di Brega è a miglia di distanza. Io sto parlando del porto, della raffineria di petrolio", ha detto Saif, sottolineando che il regime farà di tutto per riconquistare il controllo della raffineria. "E' l'hub libico per petrolio e gas – ha aggiunto – tutti noi mangiamo e viviamo grazie a Brega. Senza Brega, sei milioni di persone non hanno futuro, perché esportiamo tutto il nostro greggio da lì". "Nessuno permetterà ai miliziani di controllare Brega – ha concluso – è come se voi permetteste a qualcuno di controllare il porto di Rotterdam".

Ucciso cittadino britannico. Intanto la diplomazia britannica ha avviato "un'inchiesta urgente" per fare luce sulla presunta morte di un cittadino dalla doppia nazionalità libico-britannica, rimasto vittima di un precedente attacco contro Brega. La vittima, secondo Il Manchester Evening News

Misurata sotto attacco. Altri attacchi aerei delle forze governative sarebbero in corso oggi, secondo i messaggi inviati via Twitter al sito online di Al Jazeera, a Misurata, città ad est di Tripoli in mano agli insorti. Secondo un sms, i bombardamenti si stanno concentrando sulla parte meridionale di Misurata, la terza città libica.
"I jet militari stanno colpendo i civili, la mia famiglia li sta sentendo", è scritto in un messaggio. Combattimenti sono segnalati pure ad Ajdabiya doce le truppe fedeli a Gheddafi hanno lanciato un attacco aereo contro i rivoltosi antiregime nei pressi di una base militare ad ovest della città, controllata dagli insorti, senza però causare vittime. A riferirlo sono gli stessi dissidenti. Un corrispondente della France Press ha rivelato che la caserma attaccata dalle forze filogovernative "abbonda di munizioni, razzi anticarro, bazooka e lanciarazzi".

Il dramma dei rifugiati. Resta alto intanto l'allarme per la situazione umanitaria. L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha avvertito che le truppe fedeli a Gheddafi, schierate lungo il confine tunisino, stanno impedendo il transito della frontiera da parte dei cittadini in fuga dalle rivolte antiregime. "Normalmente ogni giorno tra le 10.000 E le 15.000 persone fuggono in Tunisia dalla Libia, mentre ieri poco meno di 2.000 libici hanno attraversato il confine", ha detto il portavoce dell'Unhcr, Melissa Fleming, precisando che, al momento, il confine "è presidiato dalle forze filogovernative". Stando alle stime della Croce Rossa regionale, dal 20 febbraio "quasi 100.000 persone in fuga dalle violenze libiche hanno attraversato la frontiera tunisino-libica".

Fonte: www.repubblica.it

 

 

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A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.