Il Fondo monetario internazionale ha tagliato ancora una volta le stime sulla crescita in Italia nel 2016 e nel 2017, rispettivamente allo 0,8% e allo 0,9%. Entrambe le previsioni, contenute nell’ultimo World Economic Outlook, comportano una sforbiciata dello 0,1% rispetto ai dati pubblicati lo scorso luglio, all’indomani della Brexit, quando era già stato indicato un peggioramento di pari entità. Nella nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza, anche il governo italiano prevede per il 2016 un aumento del Pil dello 0,8% mentre per il 2017 si parla di un +1%.
Sul fronte dell’inflazione, l’Fmi indica per l’Italia una variazione negativa dello 0,1% nel 2016 e un incremento dello 0,5% nel 2017. Il tasso di disoccupazione è previsto all’11,5% quest’anno e in ulteriore diminuzione all’11,2% nel 2017 rispetto all’11,9% del 2015.
Si attesterà al 2,5% il rapporto deficit/Pil italiano quest’anno per poi scendere al 2,2% nel 2017, contro il 2,6% registrato nel 2015. Il Fondo stima che il debito pubblico italiano salirà a fine anno al 133,2% (dal 132,7 nel 2015) e al 133,4% nel 2017. Nel 2021 il debito viene indicato in discesa al 125%. Nella nota di aggiornamento al Def, Il governo prevede un deficit/Pil al 2,4% quest’anno e al 2% il prossimo ma con una possibile ulteriore estensione dello 0,4% per il sisma e la gestione dell’immigrazione. Sempre secondo Palazzo Chigi, il debito pubblico si attesterà al 132,8% nel 2016 con un calo al 132,2% nel 2017.
“La crescita mondiale – sottolinea l’Fmi – resta debole, sebbene non siano emersi particolari segnali di decelerazione nell’ultimo trimestre”. Confermate le stime sul Pil globale (al 3,1% quest’anno e al 3,4% nel 2017) che lo scorso luglio, all’indomani della Brexit, erano state tagliate dello 0,1% per entrambi gli anni. Ma si tratta di proiezioni “ancorate al ribasso”, avverte il Fondo, segnalando “un lieve peggioramento” delle stime per le economie avanzate a fronte di prospettive più rosee per il resto del mondo.
“Le economie avanzate cresceranno solo dell’1,6% nel 2016 – si legge nel rapporto – meno del 2,1% registrato lo scorso anno e in peggioramento rispetto all’1,8% previsto a luglio”. Le stime sulla crescita Usa sono state tagliate al’1,6% quest’anno, dal 2,2% indicato a luglio, e al 2,2% nel 2017 (-0,3%). In Giappone è previsto un modesto tasso di espansione dello 0,5% nel 2016 e dello 0,6% nel 2017.
Per contro, “nei Paesi emergenti e in via di sviluppo la crescità subirà un’accelerazione per la prima volta da 6 anni: al 4,2%, un po’ più del 4,1% indicato nella previsione di luglio – dice l’Fmi – mentre per il prossimo anno si prevede un’espansione delle economie emergenti pari al 4,6%”. Il Pil cinese è stimato in salita al 6,6% quest’anno e al 6,2% nel 2017, contro il 6,9% del 2015. Continua a marciare l’India, con un Pil atteso in in aumento al 7,6% quest’anno e il prossimo. Rallenta invece l’attività economica dell’America Latina, con diversi Paesi in recessione, mentre sul medio Medio Oriente pesano conflitti, terrorismo e il calo del prezzo del petrolio.
L’economia americana va peggio del previsto e il Fondo monetario internazionale taglia dello 0,6% le stime sulla crescita a stelle e strisce quest’anno. Le pesante sforbiciata è contenuta nell’ultimo World Economic Outlook dove si prevede un Pil Usa all’1,6% nel 2016 e al 2,2% nel 2017 (-0,3% rispetto alla stima di luglio).
Pesa la debolezza degli investimenti e il calo delle scorte di beni. “La crescita Usa subirà probabilmente un’accelerazione al 2,2% il prossimo anno – si precisa nel Weo – con l’allentarsi della morsa dei bassi prezzi dell’energia e della forza del dollaro”. (AGI)