Nuovi raid Usa contro postazioni dell’Isis in Iraq. Caccia americani, secondo la Cnn, hanno condotto sette attacchi aerei, 4 dei quali vicino Baghdad, in una escalation dell’intervento Usa per combattere i jihadisti.
Il presidente americano Barack Obama ha riunito alla Casa Bianca il suo team per la sicurezza nazionale, per un aggiornamento sulla minaccia posta dai cittadini americani che combattono al fianco dei jihadisti in Iraq e in Siria e per fare il punto sulla strategia messa in atto dalle autorità Usa per respingere tale pericolo. Proprio ieri è stato diffuso un nuovo minaccioso video dell’Isis e un post in cui si incitano i ‘lupi solitari’ a compiere attentati in America con bombe fatte in casa.
l presidente americano Barack Obama eserciterà il massimo controllo sui raid aerei in Siria, con i vertici militari che dovranno ottenere ogni volta la sua autorizzazione. Lo scrive il Wall Street Journal, citando fonti dell’amministrazione Usa che riferiscono sugli esiti dell’incontro che Obama ha avuto in Florida con i generali dello Us Central Command.
I requisiti per effettuare raid in Siria – spiegano le fonti – saranno quindi molto più stringenti di quanto sta avvenendo in queste settimane in Iraq, almeno all’inizio. Tutto ciò per limitare il rischio che gli Stati Uniti siano coinvolti eccessivamente nella guerra civile siriana. Per il momento, comunque, il presidente americano non avrebbe ancora dato il via libera ad alcun raid in Siria. E Obama avrebbe insistito sulla necessità di evitare il coinvolgimento di truppe sul campo, nonostante alcuni responsabili militari pensino che in alcune circostanze potrebbe rendersi necessario impegnare soldati americani in missioni di combattimento.
L’Isis ha accumulato ”straordinarie risorse economiche” che gli consentono di fortificarsi in estese aree della Siria e dell’Iraq formando alleanze con le tribù e altri gruppi di queste regioni. Lo ha detto – citata da Haaretz – una fonte israeliana secondo la quale l’Isis controlla zone con 60 pozzi di petrolio attivi dai quali ricava dai 3 ai 6 milioni di dollari al giorno. La fonte ha confermato che Israele ha passato notizie di intelligence agli Usa.
Lo Stato islamico guadagnerebbe poi fino a 600.000 dollari al giorno dalle esportazioni illegali di petrolio estratto da pozzi petroliferi caduti nelle sue mani dal giugno scorso nel nord della provincia irachena di Diyala. Lo ha sottolineato il sindaco di una città della regione in un’intervista a giornali locali. I jihadisti, ha detto Oday al Khadran, sindaco di Khalis, estraggono il petrolio dai pozzi della regione di Himrin e lo contrabbandano verso la Siria e la Turchia.
“L’Isis – ha spiegato Khadran – riempie circa cento autobotti al giorno di greggio, che viene consegnato a commercianti senza scrupoli a Mosul o in Siria. Qui viene venduto a mediatori stranieri a circa 4.000 dollari per ogni autobotte, circa l’80 per cento in meno rispetto ai prezzi di mercato in Europa”.(ANSA)