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Home > Obama tra gli studenti cinesi “Diritti umani universali, no alla censura”

Obama tra gli studenti cinesi “Diritti umani universali, no alla censura”

16 de novembro de 2009 - Por Comunità Italiana

{mosimage}Il presidente incontra un gruppo di giovani di Shanghai Sul clima: "Da noi e dalla Cina necessari passi avanti"

 

SHANGHAI – "Noi non cerchiamo di imporre il nostro sistema di governo ad altre nazioni, ma credo fermamente che alcuni dei nostri valori non sono legati a un solo paese, sono valori universali. Per esempio il rispetto delle minoranze etniche, che deve valere anche in Cina". In mezzo agli studenti universitari di Shanghai, Barack Obama affronta finalmente in modo diretto il tema dei diritti umani.

Approfitta della domanda di uno studente che conteneva un implicito rimprovero all'America, l'accusa velata di non rispettare le diversità altrui con le prediche sulla democrazia. E' l'argomento favorito dal regime cinese. Non a caso riecheggia nel salone del museo della tecnologia di Shanghai, dove gli studenti riuniti attorno a Obama sono stati accuratamente selezionati dal governo.

Ma il presidente americano accetta la sfida. "Ogni paese ha la sua cultura – dice – ma alcuni principi fondamentali sono comuni a tutti i popoli. Per esempio, il fatto che i bambini devono avere dei diritti riconosciuti, non possono essere vittime di abuso e sfruttamento". Un riferimento alla piaga dello sfruttamento del lavoro minorile, ancora diffusa in alcuni settori dell'economia cinese.

Un'altra domanda più diretta il presidente la "pesca" non fra gli studenti che ha di fronte, ma da un giovane che l'ha inviata sul sito dell'ambasciata Usa a Pechino. Chiede il suo parere sulla cosiddetta Grande muraglia di fuoco: il termine in gergo con cui viene designata la censura del governo cinese su Internet. Ed è l'occasione per un nuovo affondo di Obama sul tema delle libertà. "Io credo nella trasparenza – dice il presidente – perché più l'informazione circola liberamente, più una società diventa forte. In questo modo i cittadini possono chiedere dei conti a chi li governa. Perciò sono contrario alla censura, anche quella che colpisce Internet. In America la libertà di accesso a tutti i contenuti online ci rende migliori. Come presidente, qualche volta preferirei che ci fossero meno critiche contro di me, e ne ho tante. Ma questo rende la nostra democrazia più sana, e mi costringe a governare meglio".

Obama aggiunge poi un'altra nota personale, che interpella direttamente la giovane generazione che ha di fronte a Shanghai: "Una delle ragioni per cui sono stato eletto presidente – ricorda – è perché grazie a Internet ho potuto mobilitare in America tanti giovani come voi".

Il presidente cerca di spiegare concretamente cos'è la democrazia, e di renderla attraente ai giovani cinesi che ha di fronte: una élite istruita e cosmopolita, che almeno teoricamente dovrebbe essere la più ricettiva a questo messaggio. Il pubblico che ha di fronte, però, è il risultato di una "scrematura" molto accurata da parte delle autorità.

All'ingresso del museo della tecnologia alcuni giovani ammettono di essere passati attraverso numerosi "colloqui di ammissione" per poter accedere all'incontro col presidente degli Stati Uniti. Tutte le loro domande erano state già sottoposte in anticipo al vaglio del governo, nessuna improvvisazione è possibile. E comunque, per non correre rischi, il dibattito pubblico non viene ritrasmesso dalle tv cinesi.

Il taglio scelto da Obama comunque non è affatto ostile alla Cina. Nella sua introduzione rende omaggio al progresso della Repubblica Popolare "che ha sollevato centinaia di milioni di persone dalla miseria". Si dice impressionato dalla modernità di Shanghai, capitale economico-finanziaria che l'anno prossimo ospiterà l'Expo universale.

Fa allusione alla battuta d'arresto nella lotta al cambiamento climatico, concordata proprio tra lui e il presidente cinese Hu Jintao, svuotando il prossimo vertice di Copenaghen: "Gli altri aspettano che ci muoviamo noi, Stati Uniti e Cina. Se non facciamo sul serio noi, anche loro si fermano".

Alla fine il severo servizio d'ordine – che per gran parte del dibattito ha tenuto lontani i giornalisti stranieri – si allenta un po'. Circondato dagli studenti che vogliono stringergli la mano, Obama si concede generosamente. Forse i suoi messaggi non fanno breccia dentro un pubblico così ben indottrinato. Ma il suo "body-language" ha colpito molte ragazze e ragazzi. Un capo di Stato che parla a braccio, accetta il contraddittorio, risponde a domande critiche, è uno spettacolo per loro inedito.

Fonte: www.repubblica.it 

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.