La sentenza della prima corte d’assise di Roma per Mamur e Zar Jan che hanno assassinato nel 2001 la giornalista del Corriere della Sera
La prima corte d’assise ha condannato Mamur e Zar Ian a 24 anni di carcere per l’assassinio di Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera uccisa nel 2001 in Afghanistan.
Ribadito al processo il movente politico dell’agguato, come ricostruito nei dettagli dalle indagini: la giornalista fu vittima di una vera e propria esecuzione, un dato confermato all’epoca anche dai giudici della Cassazione, pronunciatisi nel merito.
In aula la pm Nadia Plastina aveva parlato di omicidio eseguito da “un gruppo paramilitare»: «Uccisero la Cutuli e gli altri, colpiti alle spalle a colpi di kalashnikov, e poi si divisero il bottino — ha detto —. Fu un’azione audace e clamorosa messa a segno in un territorio in cui sapevano di godere di complicità».
« Nessun potrà restituire Maria Grazia alla sua famiglia ma questa sentenza è di grande conforto perché rende giustizia sia pure dopo molti anni a una famiglia che ha vissuto una perdita terribile e che ha trovato uno Stato pronto a condannare sia pure in primo grado il presunto responsabile dell’omicidio.
Un grazie particolare alla DIGOS e alla procura», dice l’avvocato del Corsera Caterina Malavenda. (Corriere)