Alla lettura della sentenza Veronica è scoppiata in lacrime. “Una pena ingiusta” secondo l’avvocato della donna. Francesco Villardita, che ha annunciato di voler presentare ricorso in appello. Ad ascoltare la sentenza la stessa Veronica, il papà del piccolo, Davide Stival, i genitori di questi, Pinuccia Aprile e Andrea, nonché il padre della Panarello, Francesco. Tra i presenti pure il pm Marco Rota, il capo della Squadra mobile Antonino Ciavola e il comandante provinciale dei carabinieri Domenico Spadaro che hanno seguito le complesse indagini sul delitto.
Dopo quasi due anni ricchi di colpi di scena, capovolgimenti di versione, perizie e accuse incrociate, arriva la prima sentenza al processo per la morte di Loris Stival, il bimbo di 8 anni strangolato e gettato in un canalone, un dramma familiare nel quale, come hanno detto alcune parti civili al processo, perdono tutti.
Nel dettaglio, le pene accessorie inflitte a Veronica Panarello sono l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, la sospensione dell’esercizio della responsabilita’ genitoriale per la durata della pena principale. Applicata poi la misura della libertà vigilata per 5 anni. Entro novanta giorni il deposito delle motivazioni della sentenza.
“Molto provato” Davide Stival. “E’ la sentenza che ci aspettavamo” ha detto il suo avvocato, Daniele Scrofani, “è stato per lui e per coloro che erano presenti in aula un momento di grandissima emozione: siamo abituati a governare sentimenti, ma è stato un momento forte. E’ stato come capire che è tutto vero, prendendo consapevolezza anche del fatto che Veronica ha calunniato suo padre”.
La sentenza rappresenta “una pietra tombale sulla corresponsabilità di Andrea Stival nel delitto” ha detto Francesco Biazzo, avvocato di Andrea Stival, nonno di Loris e suocero di Veronica. “ma non solo: anche sul movente. Nessun coinvolgimento, dunque: credo che questa pronuncia abbia dato atto di questo. Andrea ha reagito con commozione e con senso di liberazione perché da un lato ha ottenuto giustizia per suo nipote, dall’altro le accuse infamanti sono state spazzate vie dalla pronuncia del gup”. La donna aveva chiamato in correità il suocero sostenendo che fosse stato lui a uccidere Loris perchè aveva scoperto la loro presunta relazione. “Andrea – prosegue il legale – ha avuto un doppio dolore: la perdita del nipote e l’accusa di omicidio. Ora questo dolore dovrà essere messo da parte e dovrà ricominciare a vivere con la serenità che aveva perso”. (AGI)