Il leader leghista: "Se ci sono emendamenti si discutono". Palamara: "Il ddl mette in ginocchio le inchieste". Centaro e Casellati contro le "interferenze" dell'Ocse che ha espresso preoccupazione
ROMA – Il ddl intercettazioni è oggi al centro di un vertice del partito di maggioranza, per discutere iter ed eventuali modifiche. Sembra che il testo non sia più tanto blindato come si era deciso nell'ultimo vertice del Pdl. Dopo le reiterate richieste di "tenere aperto il cantiere" dei finiani anche Bossi, proprio questa mattina, apre a cambiamenti nel testo approvato in Senato.
"Se qualcuno fa qualche emendamento non si butta nel cestino, si discute". Così ha detto il leader della Lega rispondendo, oggi, a Torino, a chi gli domandava se c'è ancora spazio per qualche aggiustamento sul provvedimento.
Magistrati all'attacco. "Il ddl di riforma delle intercettazioni mette in ginocchio l'attività investigativa e significa arrendersi alla criminalità", ha detto il presidente dell'Anm, Luca Palamara, intervenendo a Radio anch'io. Con il "depotenziamento" di questo strumento investigativo "non scopriremo più gli autori di molti reati". Per questo Palamara assicura che il sindacato delle toghe continuerà "a far sentire la propria voce, coordinandosi con le forze di polizia" e ricorrendo anche a "forme di protesta". "La privacy dei cittadini – insiste Palamara – non c'entra nulla con il ddl" e il problema della pubblicazione di intercettazioni non rilevanti ai fini delle indagini si sarebbe potuto risolvere prevedendo "un'udienza filtro in cui le parti discutono di quello che dev'essere trascritto".
Sono "spese che vengono anticipate dallo Stato e che poi vengono recuperate a carico dei condannati", ha spiegato il vice presidente dell' Anm, Gioacchino Natoli, evidenziando che "se chi lo deve fare non ottempera a questo dovere, non è certo colpa della magistratura". Oltretutto Natoli ha fatto presente che i canoni che lo Stato paga alle compagnie telefoniche per questo servizio non esistono in altri paesi.
Le reazioni al'Ocse. E continua a suscitare l'irritazione del governo il richiamo di ieri sul ddl da parte dell'Osce 2 "è un'interferenza intollerabile da parte di un organismo internazionale che peraltro interviene mentre è ancora in corso l'esame del provvedimento", dice Roberto Centaro, relatore al Senato del ddl sulle intercettazioni. Centaro, poi, ha anche espresso la convinzione che alla Camera il ddl sulle intercettazioni e la manovra economica possano "andare avanti in contemporanea", e ha assicurato che i parlamentari del pdl sono pronti a lavorare anche sino a Ferragosto per l'approvazione del provvedimento.
D'accordo con Centaro sulle critiche all'Osce anche la sottosegretario alla Giustizia Elisabetta Casellati: "Non so ha detto in proposito quanto siano meditate queste osservazioni che mi lasciano perplessa. Non mi pare una critica fondamentale". Quanto all'iter a Montecitorio, la Casellati si dice certa che il testo non subirà modifiche rispetto a quello licenziato dal Senato grazie al voto di fiducia.