Comunità Italiana

Padre Lombardi: «Nessuna compromissione

di papa Francesco con la dittatura»
Poco dopo l’elezione di Jorge Mario Bergoglio a Papa, mercoledì 13 marzo, sono cominciate a circolare notizie su un suo presunto coinvolgimento o persino complicità nei crimini della dittatura militare argentina, che durò dal 1976 al 1983. Sospetti e dubbi sono circolati sul suo ruolo in uno dei periodi più drammatici dellastoria dell'Argentina: Bergoglio all'epoca guidava la comunità gesuita locale, durante i quali circa 30mila persone furono rapite e uccise. «La storia lo condanna» aveva detto Fortunato Mallimacci, ex preside della Facoltà di Scienze sociali dell'Università di Buenos Aires. «Non poteva non sapere», ha sostenuto l'avvocato Marcello Gentili, da venti anni difensore di parte civile delle famiglie di desaparecidos.
«CAMPAGNA DA RESPINGERE» – Il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, nel briefing odierno ha voluto esprimere parole molto chiare: Bergoglio «fece molto per proteggere la gente durante la dittatura» e una volta diventato arcivescovo di Buenos Aires «chiese il perdono per la Chiesa, per non avere fatto abbastanza durante il periodo della dittatura». Gli attacchi di certa stampa argentina contro Papa Bergoglio, per accuse relative al periodo della dittatura in Argentina, arrivano da «una sinistra anticlericale per attaccare la Chiesa e debbono essere respinte con decisione», ha dichiarato padre Lombardi. «Una campagna ben nota e diffamatoria. Mai vi è stata un'accusa credibile nei suoi confronti, è stato interrogato come persona informata dei fatti ma mai gli è stato imputato nulla».
LA DIFESA DEL PREMIO NOBEL – In difesa di Bergoglio anche un Premio Nobel per la Pace argentino: Adolfo Pérez Esquivel, noto per il suo impegno a favore dei diritti umani, ha spiegato alla britannica Bbc che «ci sono stati vescovi che sono stati complici della dittatura argentina, ma non Bergoglio».

Fonte: Corriere