“I titoli del job act sono condivisibili. Lo svolgimento meno: ne discuteremo in direzione, ma servono correzioni importanti al testo”. Così il presidente del Pd Matteo Orfini critica la riforma del lavoro in discussione al Senato.
“E’ assolutamente indispensabile che il governo dica al Parlamento cosa intende fare nel decreto delegato sul lavoro, perché si parla di cose serie”. Lo dice l’ ex segretario Pd Pier Luigi Bersani. “Io mi ritengo una persona di sinistra liberale – afferma – penso ci sia assoluta necessità di modernizzare le regole del lavoro dal lato dei contratti e dei servizi. Ma leggo oggi sui giornali, come attribuite al governo, delle intenzioni ai miei occhi surreali. In alcuni casi si descrive un’Italia come vista da Marte”.
“La delega sul lavoro è in corso di perfezionamento: è giusto che il Pd si ritrovi a discutere e definisca la propria posizione”. Lo dice il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini al termine della segreteria del partito. A chi gli domanda se il Pd si ritroverà unito sulla riforma del lavoro, risponde: “Assolutamente sì, lavoriamo per farlo”.
“Confidiamo, e non a caso la direzione è convocata il 29 settembre, che si possa trovare il luogo della sintesi” sulla riforma del lavoro “proprio all’interno del Partito democratico, un partito che ha dimostrato maturità proprio quando si pensava si sciogliesse come neve al sole, come sulle riforme”. Così risponde Debora Serracchiani, vicesegretario del Pd, a chi la interpella sulle divisioni interne al partito sul Jobs act.
“Non è previsto” che il Governo “faccia correzioni sul testo, adesso c’è il lavoro parlamentare”, ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, rispondendo a una domanda su eventuali modifiche all’emendamento al Jobs Act. Il ministro ha anche aggiunto di essere “fiducioso” che il testo passi in Parlamento. Secondo Poletti, “non è mai stata in discussione la questione del reintegro per il licenziamento discriminatorio, l’emendamento non ne parla”.
LA SEGRETERIA DEL PD, TUTTE LE DELEGHE – Il vicesegretario Lorenzo Guerini prende la delega sull’organizzazione. Filippo Taddei aggiunge alla competenza sull’economia quella sul lavoro. La new entry Valentina Paris, esponente dei Giovani turchi, si occuperà di enti locali. Sono alcune delle novità della segreteria del Partito democratico, che è stata riunita questa mattina da Matteo Renzi per l’assegnazione delle deleghe ai componenti. Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini restano vicesegretari: alla prima, inoltre, la competenza sulle Infrastrutture, al secondo sull’organizzazione. Enzo Amendola eredita gli Esteri da Federica Mogherini. E ancora: a Lorenza Bonaccorsi la Cultura e il Turismo; a Chiara Braga l’Ambiente; a Micaela Campana il Welfare e il Terzo Settore. Ernesto Carbone ha la delega alla P.A., Innovazione e Made in Italy; Emanuele Fiano alle Riforme istituzionali e la Sicurezza; Stefania Covello al Mezzogiorno; Sabrina Capozzolo alle Politiche Agricole; Andrea De Maria alla Formazione; David Ermini alla Giustizia. Francesca Puglisi su Scuola, Università e Ricerca; Alessia Rotta sulla Comunicazione; Giorgio Tonini su Federalismo, Territorio, Europa.
“Spero che” la legge elettorale “venga calendarizzata la prossima settimana. E’ una priorità”. Lo dice il premier Matteo Renzi a chi gli domanda se l’incontro di ieri con Silvio Berlusconi sia stato risolutivo sulla legge elettorale.
L’ipotesi di un ingresso di FI nel governo “è stata esclusa anche dal premier in modo chiaro e netto. I rapporti con FI sono determinati da accordi sulle riforme istituzionali. Noi siamo al governo, loro all’ opposizione”. Così risponde il vicesegretario Pd, Serracchiani, a chi la interpella dopo l’incontro Renzi-Berlusconi. “Noi siamo al governo e abbiamo l’onore e l’onere della proposta politica. Andiamo avanti confidando che su alcuni temi si possa trovare una convergenza più ampia non solo con Forza Italia, ma con tutta l’ opposizione”, aggiunge Serracchiani.(ANSA)