Resta alta la tensione nel Pd sulla riforma costituzionale ma nel partito si cerca comunque di trovare una mediazione. Sul tavolo – oltre all’opzione del listino regionale – c’e’ un nuovo compromesso, ovvero la possibilita’ che siano le singole regioni a scegliere le modalita’ dell’elezione dei senatori. Una proposta che arriva direttamente dal governo e che andra’ verificata sul campo. Ma intanto gia’ ci sono timide aperture e tra i bersaniani c’e’ chi la ritiene comunque un’idea da approfondire. “A patto che – spiega un sottosegretario – si consideri il Senato espressione delle Autonomie e per questo composto da consiglieri regionali”. Si andrebbe a ritoccare non l’articolo 2, ma l’articolo 10 sulle funzioni del Senato. Per ora FI boccia qualsiasi “pastrocchio” e ribadisce che il Pd dovra’ fare i conti con la realta’, “se Renzi pensa di poter fare da solo vada avanti ma andra’ a sbattere”, sottolinea una fonte azzurra. Oggi Silvio Berlusconi ha radunato i fedelissimi a Villa Certosa – in Sardegna erano presenti oltre ai due capigruppo, Romani e Brunetta, anche Toti e Bergamini – per discutere sulle riforme e sul rapporto con la Lega. Tra gli azzurri c’e’ la convizione che Salvini goda di troppa visibilita’ e che occorrera’ mantenere comunque le distanze con le politiche del Carroccio, a partire dall’iniziativa promossa dal partito di via Bellerio contro il governo. Nei prossimi giorni FI chiedera’ alle altre forze dell’opposizione di sedersi attorno ad un tavolo per concordare candidature e programmi per le prossime amministrative. Al centro del dibattito resta comunque il ddl Boschi. Oggi il presidente Grasso ha voluto precisare di non aver ancora deciso cosa fare sull’articolo 2. “Posso confermare – ha fatto sapere – che ho passato l’estate a studiare le audizioni dei costituzionalisti sentiti dalla I commissione. Su tutto il resto c’e’ ancora tempo prima che sia chiamato ad esprimere le mie decisioni. Tempo che spero venga utilizzato in modo costruttivo”. Un’ipotesi e’ che si possa cambiare solo il comma modificato a Montecitorio e rendere inammissibili quegli emendamenti che puntano a stravolgere il testo della riforma.
Per Matteo Renzi comunque “non si torna indietro”. Quindi, per dirla con le parole del capogruppo Pd alla Camera, “non si accettano veti”. Bisognera’ vedere se nei prossimi giorni si aprira’ uno spiraglio con la minoranza, ma intanto la maggioranza lavora sui numeri, con la convinzione di portare a casa il pacchetto costituzionale. (AGI)