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Home > Pdl, si lavora su venti «arrivi»

Pdl, si lavora su venti «arrivi»

16 de dezembro de 2010 - Por Comunità Italiana

Tra i nomi anche due pd legati all'area di Fioroni I colloqui con Sacconi

ROMAFinito il primo tempo, con il passaggio alla maggioranza di quattro deputati finiani Catone, Polidori, Moffa e Siliquini, ora il Pdl prova il colpo grosso, per allargare il centrodestra: secondo quanto trapela dal vertice del Pdl di ieri sera, sarebbero venti i nomi sui quali si sta lavorando per sottrarli all'opposizione. Di questi, sei sarebbero già sicuri. Si tratta di esponenti finiani, del gruppo misto, ma anche di un paio di parlamentari del Pd cattolici e vicini a Giuseppe Fioroni. L'ex ministro è stato tirato in ballo dalla Velina Rossa per i suoi colloqui con il ministro Maurizio Sacconi e ha smentito, parlando di «balle spaziali». Ed è vero che Fioroni per ora non sembra avere nessun intenzione di lasciare il Pd ma è anche vero che i colloqui con Sacconi ci sarebbero stati e che l'area di disagio e che guarda anche al terzo polo coinvolge diversi esponenti a lui vicini. 

{mosimage}Tra i più inquieti ci sono Lucio D'Ubaldo, Tino Iannuzzi, Alfonso Andria e Stefano Graziano. L'operazione del Pdl mira non tanto a un passaggio nel proprio gruppo ma alla formazione di un'area intermedia, magari nel gruppo misto, che non voti con l'opposizione. Gli obiettivi non sono tanto puntati sull'Udc, nella speranza che ci possa essere ancora un rapporto più organico. L'elenco dei soggetti «sensibili» nel Fli è lungo. Tra i più esposti Carmine Patarino e Egidio Digilio, ma anche Gianfranco Paglia, Luca Bellotti, Francesco Proietti Cosimi, Claudio Barbaro, Giuseppe Consolo. Bellotti non concede margini: «Per Fini sono disposto a buttarmi nel fuoco». Qualche abboccamento con Berlusconi c'è stato: «Mi ha chiamato prima del voto, ma è finita lì». Neanche Giuseppe Consolo tentenna: «Per me c'è un nome solo: Gianfranco Fini. Ora più che mai». Gradisce meno Italo Bocchino: «Un ottimo collega ma a volte si fa prendere la mano. Forse ne servirebbe uno più moderato». Gianfranco Paglia, finiano e medaglia d'oro al valor militare in Somalia, dove ha perso l'uso delle gambe, non ammette repliche: «È più facile che torni a camminare piuttosto che abbandoni Fini».

Ma il pressing ci sarà, conferma Amedeo Laboccetta: «Non faremo Opa, ma a parte i kamikaze, con molti si può parlare». Giorgio Stracquadanio è cauto: «Ci saranno altri passaggi ma bisogna aspettare: oggi sarebbe problematico, in termini di eleganza. Fra tre settimane si vede meno». Il bacino dell'Udc ce l'ha sotto controllo Francesco Pionati: «È più facile che si sgretoli Fli, perché con il rischio voto l'Udc può promettere la rielezione, dare garanzie. Per questo dico a Berlusconi che bisogna cacciare dalle giunte i centristi, che hanno preso voti grazie a noi. Via dalla Calabria e dalla Campania. Dobbiamo avere un centrodestra a prova di traditore. Una volta che abbiamo messo i mercanti fuori dal tempio, lasciamoceli e non ne facciamo entrare altri». Se passa la strategia pionatesca, potrebbero tornare al Pdl Domenico Zinzi, presidente della Provincia di Caserta e deputato. Ma anche il calabrese Mario Tassone e il friulano Angelo Compagnon.

Fonte: www.corriere.it

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