E’ pronto lo stato di calamità per l’emergenza siccità per sei regioni: Toscana, Lazio, Campania, Emilia Romagna, Calabria e Sardegna. Dopo settimane senza pioggia, e l’emergenza acqua in molti comuni, Roma in primis, questa sembra essere ormai la direzione che il governo vuole intraprendere. In una riunione al ministero dell’Agricoltura i tecnici hanno fatto il punto sulle necessità più urgenti anche rispetto alla dichiarazione dello stato di calamità, che le regioni non hanno ancora formalmente presentato ma che appena sarà presentato, fanno sapere dal Mipaaf, sarà reso operativo.
Cosa prevede l’attivazione dello stato di calamità
Lo stato di calamità attiva il fondo di solidarietà nazionale, con strumenti come la sospensione delle rate dei mutui e del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico delle imprese agricole danneggiate. Tenuto conto che il decreto mezzogiorno approvato al senato estende questi strumenti anche alle aziende che potevano sottoscrivere assicurazioni, per allargare la platea dei beneficiari le procedure di dichiarazione dello stato di eccezionale avversità atmosferica saranno formalizzate dopo la definitiva approvazione del provvedimento. Allo stesso tempo il Ministero è al lavoro insieme al dicastero dell’Ambiente per il monitoraggio dei livelli delle acque destinate all’irrigazione.
E mentre dell’emergenza siccità, correlata a quella degli incendi, ha parlato anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella, sottolineando che sulle calamità naturali si devono trovare “soluzioni costruttive senza trasmettere ai cittadini ansia e allarme invece che attuare la vigilanza”, si susseguono gli incontri istituzionali per evitare l’emergenza acqua a Roma. “Continuiamo a lavorare per trovare una soluzione alla crisi idrica del Lazio, per gli abitanti della nostra regione e di Roma. Valutiamo tutte le novità che insorgono soprattutto per il rispetto dell’aspetto sanitario”. Lo ha detto l’assessore alle infrastrutture della Regione Lazio, Fabio Refrigeri, lasciando il vertice all’Autorità del Bacino del Fiume Tevere che si è tenuta ieri pomeriggio.
Ancora 48 ore per scongiurare il razionamento dell’acqua a Roma
Allo stop al prelievo di acqua dal lago di Bracciano da parte di Acea e destinata a Roma mancano sole 48 ore, ma Refrigeri assicura ai giornalisti che “una soluzione arriverà a breve”. Una prossima riunione è prevista per il 4 agosto.
“Stiamo vivendo una crisi idrica fra le piu potenti degli ultimi decenni. La situazione è molto critica”, ha ricordato il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti in audizione in commissione ambiente alla Camera. “Ho dato nella relazione una raffigurazione precisa di quello che sta accadendo – ha aggiunto – e, grazie al rinnovamento della governance del settore acqua che abbiamo fatto, oggi abbiamo evitato il peggio. Certo, se poi non piove i danni ci sono ma se li abbiamo contenuti, è grazie al fatto che abbiamo potuto mettere insieme tutti gli attori”.
Lorenzin: “Rischio sanitario nella capitale con la sospensione del’acqua”
L’eventuale sospensione dell’erogazione dell’acqua a Roma, suddivisa per zone e fasce temporali come paventato dall’Acea, potrebbe “pregiudicare gravemente il livello igienico sanitario di tutte le strutture ricettive e di ristorazione della Capitale e di tutti gli uffici pubblici, nonchè di tutte le strutture ove vengono alloggiati a qualsiasi titolo gli animali, ma soprattutto potrebbe comportare gravi pregiudizi per l’erogazione dei servizi sanitari essenziali”, ha avvertito il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Dopo aver appreso dell’ordinanza, riferisce il ministro, “ho dato immediatamente indicazione ai miei Uffici di prendere contatti con le Amministrazioni, comunale e regionale, al fine di individuare le iniziative da intraprendere per evitare che le misure di divieto di approvvigionamento idrico possano avere ricadute negative sui servizi sanitari e socio-sanitari erogati ai cittadini romani”.
In 36 anni di attività dal 1975 al 2011 l’Acea non ha mai prelevato così tanta acqua dal lago di Bracciano e così a lungo di quanto non abbia fatto in questi ultimi sette mesi. è il dato che emerge dal confronto dei dati raccolti da una ricercatrice Italiana, Sara Taviani, geologa dell’Università di Milano Bicocca, che ha pubblicato nel 2015 uno studio sulla rivista Hydrogeology Journal nel quale non solo vengono descritti tutti i flussi di acqua in entrata e in uscita dal Lago di Bracciano, ma vengono anche simulati alcuni scenari che permettono di valutare l’impatto delle singole voci nel bilancio idrico del lago.
La scorsa settimana, nel corso di un intervento al tavolo della Regione Lazio, il Presidente di Acea, Paolo Saccani, aveva infatti parlato di un prelievo medio, per i primi sette mesi del 2017 di circa “1.200 litri al secondo”. (agi)