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Home > Pensioni: Poletti,lavoriamo per soluzione equa e sostenibile

Pensioni: Poletti,lavoriamo per soluzione equa e sostenibile

11 de maio de 2015 - Por Comunità Italiana

GIULIANO POLETTIPoletti, lavoriamo per soluzione equa e sostenibile – “Il ministro dell’Economia, Padoan, ha detto in maniera piuttosto chiara che noi vogliamo lavorare in direzione di una soluzione che sia equa, coerente con la sentenza e sostenibile per i conti pubblici”. Lo afferma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in una intervista a Radio Vaticana, a proposito delle pensioni. Alla domanda se i rimborsi saranno solo per quelle più basse, il ministro risponde che “oggi non abbiamo ancora una posizione puntualmente definita”, che sono in corso “analisi” e “simulazioni” e la soluzione “sarà il frutto di una valutazione collegiale” del Cdm.

“Noi sappiamo – torna a sottolineare il ministro – che insieme alla corrispondenza alla decisione della Corte” costituzionale che ha bocciato il blocco della rivalutazione delle pensioni superiori a tre volte il minimo per il 2012 e il 2103, “abbiamo degli obblighi sia rispetto al pareggio di bilancio scritto nella Costituzione italiana, sia rispetto ai patti che abbiamo sottoscritto con i nostri partner europei. Dobbiamo, quindi, rendere compatibili e coerenti le soluzioni a tutti questi input, cosa che credo saremo in grado di fare sicuramente”. Rispetto alla soluzione che sarà adottata, Poletti spiega che “cosa faremo, lo comunicheremo nel momento in cui saranno state fatte tutte le analisi, con tutte le simulazioni del caso, perché la materia è complessa e peraltro non riguarda solo il passato” ma “anche i trascinamenti che questa situazione produrrà in prospettiva futura. Quindi dobbiamo fare le cose per bene. Io ora non sono in condizione e non credo sia giusto anticipare nulla rispetto alle soluzioni, anche perché questo sarà il frutto di una valutazione collegiale, che il Consiglio dei ministri farà”.

“Renzi sbaglia a non parlare e a far intervenire su questo tema solo Padoan”. Così il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, a “24 Mattino” su Radio 24 sul caso pensioni, rilanciando lo stop ai rimborsi per gli assegni più elevati. Per il segretario di Scelta civica “Renzi dovrebbe dire che noi non restituiamo a tutti i soldi non perché ce lo chiede l’Ue o per non sforare il 3% ma perché se abbiamo chiesto sacrifici enormi ai non pensionati non possiamo non chiederne anche ai pensionati. Così scateni la guerra generazionale”.

Il deficit 2015 resterà quest’anno al 2,6%, l’obiettivo programmatico indicato nel Def. Non un decimale di più. La soluzione che il governo sta identificando per adeguarsi alla sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni non avrà infatti impatto sugli impegni presi poco meno di un mese fa in materia di conti pubblici nel Documento di economia e finanza. La garanzia assoluta del rispetto dei parametri Ue arriva direttamente da fonti del ministero dell’Economia, dopo che da Bruxelles è trapelata la notizia della possibile messa sotto “monitoraggio” dell’Italia da parte della Commissione. Nelle prossime raccomandazioni in arrivo mercoledì, l’Europa potrebbe infatti arrivare a condizionare alla soluzione del problema pensioni il via libera all’uso della flessibilità richiesto dall’Italia per attenuare la regola del debito e il percorso di rientro del deficit strutturale. Un’eventualità in cui il governo non vuole in nessun modo incappare.

Quello di dover rispettare alla lettera le regole rigide del fiscal compact, senza poter in nessun modo sfruttare le opportunità offerte dalla nuova comunicazione sulla flessibilità, è un rischio che costerebbe troppo, decine di miliardi, e che quindi va assolutamente evitato. Per questo sul deficit non si giocherà ed anche gli altri indicatori dei conti, a partire dal debito, finalmente in calo dall’anno prossimo, non saranno rimessi in discussione. Tradotto in cifre, questo significa però che le risorse per la copertura dell’operazione indicizzazione dovranno essere trovate almeno in parte altrove. Al massimo potrà essere sfruttato il tesoretto da 1,6 miliardi, già previsto proprio nel quadro programmatico. Ma per il resto si dovrà guardare ad altre forme di copertura. Come più volte ribadito da Pier Carlo Padoan, il governo tenterà comunque di minimizzare al massimo l’impatto sui conti pubblici che dovrebbe essere di molto inferiore anche alle ipotesi finora circolate di 4-5 miliardi.

Per questo l’indicizzazione non sarà per tutti e non sarà per tutti uguale. Il decreto per la rivalutazione delle pensioni, che arriverà probabilmente venerdì sul tavolo del consiglio dei ministri, conterrà infatti gli adeguamenti per il passato, ma anche rimodulazioni per il futuro – a quanto pare al ribasso – delle soglie stabilite dal governo Letta nella legge di stabilità 2014. Basandosi sui criteri di progressività e temporaneità messi a fuoco dai giudici, il testo sarà ispirato alla gradualità sia negli arretrati che nei trattamenti a venire. L’obiettivo sarà quello di modulare l’indicizzazione all’inflazione per fasce di reddito pensionistico. Gli assegni più bassi saranno tutelati, probabilmente con la fissazione per la rivalutazione al 100% di un’asticella più alta di quella pari a 3 volte il minimo. Gli assegni più alti rientreranno invece in un decalage progressivo, che arriverà – si ipotizza – all’esclusione totale delle pensioni più cospicue, sulle quali la Corte non avrebbe nulla da eccepire nel caso di eventuali ricorsi futuri. L’idea potrebbe quindi essere quella di rivedere al ribasso anche il meccanismo Letta che ad oggi assicura un adeguamento al 95% per i trattamenti tra 1.500 e 2.000 euro, al 75% tra i 2.000 e i 2.500, al 50% tra i 2.500 e i 3.000 euro e al 45% oltre i 3.000 euro (sei volte il minimo).(ANSA)

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.