Tra i nostri più diretti concorrenti solo la Francia ha registrato uno ‘score’ peggiore del nostro (174 giorni), mentre in Germania il cosiddetto ‘tax freedom day’ è scattato dopo 145 giorni (in anticipo di 12 giorni rispetto a noi), in Olanda dopo 137 giorni, nel Regno Unito dopo 127 ( ben 30 giorni prima che in Italia) e in Spagna dopo 126 giorni. L’Ufficio studi della Cgia ha preso in esame il Pil nazionale dei singoli Paesi registrato nel 2015 con la nuova metodologia di calcolo adottata dall’Eurostat (Sec 2010) e lo ha suddiviso per i 365 giorni dell’anno, ottenendo cosi’ un dato medio giornaliero. Successivamente, ha considerato il gettito di contributi, imposte e tasse che i contribuenti europei hanno versato al proprio Paese e lo ha diviso per il Pil giornaliero. Il risultato di questa operazione ci ha consentito di calcolare il giorno di liberazione fiscale di ciascuna nazione presente nell’area dell’euro. In Italia è possibile ridurre i giorni di lavoro necessari per pagare le tasse? “Con una spesa pubblica più contenuta potremmo ridurre anche le tasse – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – ma questo risultato sarà possibile solo con una seria riforma di federalismo fiscale. Grazie ai costi e ai fabbisogni standard e ad una maggiore responsabilizzazione dei centri di spesa periferici, i paesi federali presenti in Ue hanno dimostrato di avere una spesa pubblica più contenuta, un peso fiscale molto inferiore e una qualità e un livello di servizi offerti ai cittadini e alle imprese nettamente migliori dei nostri”. (AGI)