Da qui la nuova concessione di permessi premio, prima goduti regolarmente dal pentito, con una media di cinque giorni al mese trascorsi fuori dal carcere. Per le festivita’ di fine anno, come di consueto, Brusca ha goduto del permesso in formale stato di liberta’, ma sotto la scorta del Gom, il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria: e’ stato cioe’ comunque sorvegliato. Tutto questo avviene a pochi giorni dal ventesimo anniversario dell’orribile omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, tenuto prigioniero per 26 mesi, allo scopo di indurre il padre, il pentito Santino Di Matteo, a ritrattare e poi fatto strangolare dal capomafia l’11 gennaio del 1996, in coincidenza con la sentenza che condanno’ lo stesso Brusca al suo primo ergastolo, per l’omicidio dell’esattore mafioso Ignazio Salvo. Secondo una notizia che si era sparsa in un primo momento ieri sera, il pentito avrebbe ottenuto la detenzione domiciliare, dopo essere rimasto in cella dal 20 maggio 1996, ma in realta’, secondo quanto si e’ appreso da fonti dell’amministrazione penitenziaria, si tratterebbe solo di uno dei permessi temporanei, gia’ concessi a Brusca sin dal 2004. Anche dodici anni fa, comunque, la notizia aveva scatenato polemiche pesantissime. Brusca, dopo quasi 20 anni di carcere, ha da tempo i requisiti per essere ammesso alla detenzione fuori dal carcere, come il fratello Enzo Salvatore, che la ha avuta gia’ nel 2003, e in ogni caso, poiche’ e’ stato condannato a una pena complessiva di 30 anni, potra’ ottenere la liberazione definitiva al piu’ entro il 2020. (AGI)