"Vogliamo tutti giocare, vincere. E uscirne puliti". All'indomani della bufera calcioscommesse, Cesare Prandelli fa il punto sulla situazione azzurra. Il commissario tecnico azzurro ne ha parlato con RaiSport, pochi minuti prima della scossa che ha fatto tremare l'Emilia e in Centro-Nord d'Italia. "Sono situazioni che fanno riflettere, ti rendi conto che c'é di peggio…", ha poi aggiunto Prandelli. "E' stato molto doloroso sul piano umano tagliare Criscito dal gruppo dei 23 azzurri", ha ribadito Prandelli nella consueta intervista prepartita (gara che però non si giocherà a Parma per il forte sisma che ha colpito ancora l'Emilia) alla Rai, nell'ambito dell'accordo di esclusiva tra federcalcio e tv pubblica. "Non potevamo però addossargli la responsabilità di portarlo in giro per l'Europa, abbiamo voluto offrirgli una protezione. Lui mi ha subito detto che non c'entrava nulla, e noi crediamo a Mimmo", le parole del ct. Quanto alle foto che ritraggono Criscito, "saranno gli stessi giocatori a dire perché erano lì in quel posto, con quei tipi dall'aspetto losco. Ma la cosa più fastidiosa – ha voluto puntualizzare Prandelli – è che qualcuno abbia accostato la vicenda di Bonucci a quella di Criscito. Lo ribadisco, lui non ha ricevuto alcun tipo di avviso. Per questo viene con noi all'Europeo". Ora Prandelli deve allenare il fisico degli azzurri, ma anche la mente. "Il paragone col 2006, lo ripeto, mi pare un luogo comune: si dice che nei momenti particolari il gruppo si compatti, e io me lo auguro. Ma non credo alla teoria secondo cui 'gli italiani si esaltano nelle difficolta''. Noi ci esaltiamo nella serenità…". Ieri gli azzurri della Juve hanno osservato un silenzio di fronte alla vicenda Conte. "Decisione da rispettare, dovremmo adottarla anche noi. Ma siamo l'Italia, siamo obbligati a metterci la faccia anche nei momenti più scomodi. Dobbiamo affrontare i temi più spinosi con la dignità di persone che fanno il proprio lavoro nel modo più serio possibile. Questi giocatori sono ragazzi – la considerazione del ct – con la loro sensibilità. Però hanno una fortuna: hanno, abbiamo il campo, dove sfogare le tensioni. Quando hai smaltito la fatica mentale, puoi giocare a calcio". Non vuole fare la parte di chi si sente danneggiato, Prandelli: "Danneggiato io? L'importante è far capire alla gente la nostra intenzione: dobbiamo fare pulizia". "La cosa più fastidiosa è che qualcuno ha accostato la vicenda di Bonucci a quella di Criscito: lo dico a tutela dei giocatori e dei loro familiari": lo ha detto il commissario tecnico della nazionale Cesare Prandelli, all'indomani del blitz della polizia a Coverciano per l'inchiesta sul calcioscommesse. "Bonucci, lo ribadisco, non ha ricevuto alcun tipo di avviso dalla procura: per questo viene con noi all'Europeo", ha aggiunto il ct a Bruno Gentili, nell'intervista esclusiva a Rai Sport.
SCOMMESSE CLANDESTINE: OPERAZIONE GDF A PALERMO, 11 ARRESTI – Un giro di scommesse clandestine ritenuto riconducibile alla mafia è stato scoperto a Palermo dal nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza che sta eseguendo 11 ordinanze di custodia cautelare. L'operazione, denominata in codice 'Dirty Bet', è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di esercizio del gioco clandestino e fittizia intestazione di beni, con l'aggravante dell' agevolazione di Cosa Nostra. I finanzieri hanno effettuato anche numerose perquisizioni. I particolari dell'operazione verranno illustrati in una conferenza stampa che si svolgerà alle 10.30 nella palazzina M del tribunale. Tra le 10 persone raggiunte dai provvedimenti di custodia cautelare in carcere per gioco clandestino, aggravato dall'aver favorito la mafia, e intestazione fittizia di beni vi è anche Giovanni Pecoraro, 51 anni, che è stato responsabile del settore giovanile del Palermo calcio e procuratore sportivo. Gli altri arrestati sono: Guido Spina, 47 anni, Stefano Biondo, 50 anni, Giampiero Specchiarello, 37 anni, Giuseppe Provenzano, 49 anni, Antonino Provenzano (fratello di Giuseppe) 55 anni, Domenico Alagna, 51 anni, Salvatore D'Anna, 49 anni, Vito Nicolosi, 49 anni, Nicolò Ferrara 59 anni. Pecoraro è stato arrestato per trasferimento fraudolento di valori e reimpiego di capitali illeciti, con l'aggravante di aver favorito Cosa nostra. Pecoraro avrebbe fatto da prestanome a un trafficante di droga aiutandolo a reinvestire il denaro sporco che sarebbe finito anche in un'azienda edile del cognato di Pecoraro, Giampiero Specchiarello. L'azienda è stata sequestrata. Pecoraro, nel settembre 2008, era già stato arrestato e accusato di concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione aggravata. L'inchiesta si è conclusa nel marzo 2010 con l'archiviazione per Pecoraro.
Fonte: Ansa