La sconfitta contro i Wolves ha fatto deflagrare una situazione già tesa. Il tecnico italiano avrebbe perso il controllo dello spogliatoio: lui stesso ha definito quel che ha visto in campo "una situazione molto strana". Tante che il Sun parla di “Dead Manc Walking”
LONDRA (Gran Bretagna), 1 novembre 2010 – A metà secondo tempo della sfida contro i Wolves (persa a sorpresa per 2-1) Roberto Mancini si è tolto la sciarpa biancazzurra e il cappotto nero in segno di frustrazione per quello che stavano facendo i suoi giocatori in campo. Ovvero, niente. Niente di quello che lui aveva chiesto loro alla vigilia della partita. E niente di quello che aveva ripetuto con voce non esattamente moderata all’intervallo. Insomma, niente di niente. Anzi, non proprio. Perché in campo qualcosa si è visto: come Emmanuel Adebayor e Vincent Kompany che litigano furiosamente per colpa di un calcio di punizione avversario o Mario Balotelli che butta i guanti per terra dopo il suo non certo brillante esordio dal primo minuto. “Nell’intervallo della partita contro i Wolves ho detto ai giocatori che dovevano cominciare a giocare se volevano vincere – ha spiegato il tecnico a fine gara – ma loro non lo hanno fatto. E questa è davvero una situazione molto strana”.
GLI ATTEGGIAMENTI DI BALOTELLI — Un capitolo a parte merita proprio Mario Balotelli. Il Daily Star gli riserva un “Balo-Ween”, sottolineando perfidamente come l’attaccante costi 7 milioni in più di tutti gli undici di Wolves. E la giornata storta di Balo, se non bastasse, ha fatto pure alzare più di un sopracciglio ai cronisti del Daily Express andandosene con la sua auto anziché con il bus della squadra.
ESONERO IMMINENTE? — Già, strana al punto da trasformare Mancini in un “Dead Manc Walking”, come titola il Sun, parlando apertamente di una congiura dei giocatori per cacciare l’italiano con il quale, a loro dire, non vinceranno mai nulla. “E’ difficile trovare un giocatore nello spogliatoio che sia dalla parte di Mancini – fa sapere al tabloid la solita fonte bene informata – e quel posto ormai è un completo disastro. Ci sono momenti in cui lui cerca di fare il duro, ma nessuno gli dà retta. Lo spirito di squadra sta andando a pezzi perché non c’è alcun rispetto per l’allenatore e alcuni giocatori provano già a indovinare quando se ne andrà. A loro non importa chi arriverà al suo posto, vogliono solo che Mancini venga cacciato”. Bell’ambientino, non c’è che dire. Anche domenica scorsa due giocatori avevano avuto uno scambio di idee non propriamente oxfordiano: in quell’occasione, erano stati Yaya Toure e James Milner a mandarsele a dire nel tunnel che conduceva agli spogliatoi dopo la pesante sconfitta (3-0) contro l’Arsenal e ieri l’agente di Toure, Dimitri Seluk, ha tenuto a precisare che lo scatto del suo assistito era stato causato dalla mancanza di mentalità vincente di alcuni giocatori del City.
DISCIPLINA E TATTICA — Un’accusa che non vale di certo per il Mancio, che quanto a mentalità vincente ne ha da vendere. Casomai, quello che gli manca adesso è il tempo, perché anche ilDaily Mail comincia a parlare di esonero imminente, ricordando che nella passata stagione Mark Hughes venne licenziato per molto meno (una sconfitta nelle prime dieci partite, Mancini è già a tre). Fra le critiche mosse all’italiano, la mancanza di disciplina (vedi il recente scivolone alcolico di Barry, Hart, Johnson e Given) e certe decisioni tattiche giudicate discutibili dai giocatori (come la sostituzione di Adebayor con il terzino Zabaleta sul 2-1 per Wolves, con l’attaccante che sembra ridere al momento dell’uscita dal campo). “La squadra deve avere equilibrio – si è giustificato Mancini – e voglio capire nei prossimi giorni quali errori abbiamo fatto”. Già, sempre che glieli diano, questi prossimi giorni.
Fonte: www.gazzetta.it