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Prigionieri dello “spread”

16 de agosto de 2012 - Por Comunità Italiana

Punto e a capo. Dopo un anno di agonia l’economia italiana non riesce a dare segnali di ripresa

L’estate del 2011 fu l’inizio della fine del governo Berlusconi: la speculazione finanziaria internazionale cominciò ad accanirsi contro l’Italia, anche a causa della oggettiva debolezza del governo di allora, reso ogni giorno più vulnerabile dai ripetuti scandali (sessuali e non) che colpivano il Presidente del Consiglio e da una altrettanto oggettiva incapacità di rispondere alla crisi economica con misure serie e, soprattutto, credibili.
Dopo pochi mesi il governo Berlusconi fu costretto a rassegnare le dimissioni, sotto gli occhi di un’opinione pubblica sfiduciata e delusa dai suoi governanti e sotto la scure inesorabile dello “spread”.

Lo “spread”, sì; chi era costui?Oggi in Italia tutti (o quasi) hanno fatto familiarità con questa strana parole inglese, che sta a indicare il differenziale tra gli interessi riconosciuti ai titoli di Stato tedeschi (i “Bund”) e quelli italiani (i “Btp”).

L’indicatore che misura questo scostamento, in tempi normali, dovrebbe attestarsi intorno ai 100 punti; a novembre del 2011 arrivò vicino ai 600!Fu la volta del governo presieduto da Mario Monti, un autorevole economista stimato in Europa e nel mondo; una personalità capace e autorevole in grado, si disse allora, di trasmettere al Paese e ai cosiddetti “mercati” quell’iniezione di fiducia e di credibilità che tutti stavano ansiosamente aspettando.

L’iniezione arrivò, anche grazie a una potente dose di tasse e rigore (necessaria dopo gli anni allegri di Berlusconi, unico governante al mondo ad aver eliminato la tassazione sugli immobili, mettendo in ginocchio le amministrazioni locali oltre che il bilancio dello Stato italiano).L’iniezione però, come spesso accade con i più forti antibiotici, dopo poco tempo esaurì il proprio effetto terapeutico; i mercati continuarono la loro opera di speculazione ed il loro attacco all’Euro ed ai suoi Paesi più a rischio (la Grecia, la Spagna e la stessa Italia).
A distanza di un anno la situazione non è quindi cambiata di molto: lo “spread” è tornato sopra quota 500 e non si intravede un’uscita dalla crisi a breve e medio termine.
L’avvicinarsi, infine, della scadenza naturale del governo e quindi l’indizione di nuove elezioni non sembra produrre alcun effetto positivo, al contrario. L’incertezza politica contribuisce a sua volta a rafforzare instabilità e vulnerabilità.

Cosa vuole dire tutto ciò?Che è stato inutile far cadere Berlusconi? Che il governo-Monti non è in grado di gestire la crisi?

Che sarebbe meglio andare a votare subito per formare un nuovo governo legittimato dalle urne? O che, al contrario, la prosecuzione del governo Monti è l’unica risposta in grado di rassicurare l’Europa e i mercati?Nessuna di queste domande è di per sé in grado di spiegare in maniera esaustiva quanto sta accadendo.   Ugualmente, non sarebbe possibile una risposta univoca e secca a nessuno di questi interrogativi.

E’ fuori dubbio quanto la permanenza di Berlusconi al governo avrebbe continuato a produrre effetti negativi oggi difficilmente ipotizzabili; altrettanto evidente è il ruolo positivo avuto da Monti nel restituire credibilità e ruolo internazionale all’Italia.Tutto ciò oggi non basta più, ed è questa forse l’unica vera risposta che possiamo dare.

Solo un nuovo governo, forte perché scelto dal popolo italiano, potrà essere in grado di affrontare la più difficile crisi economica dal dopoguerra ad oggi.L’impresa è ardua, ai limiti dell’impossibile. Ma è l’unica strada che gli italiani hanno di fronte per combattere questa nuova “guerra mondiale”; una guerra dove il nemico non ha armi chimiche o nucleari, ma usa la finanza internazionale per minare ugualmente e alla radice le basi di un grande Paese: la nostra Italia! 

 

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.