Comunità Italiana

Prosciolti Nuzzi e Fittipaldi

Alla fine il Tribunale della Citta’ del Vaticano non ha potuto che affermare “la sussistenza, radicata e garantita dal diritto divino, della liberta’ di manifestazione del pensiero e della liberta’ di stampa nell’ordinamento giuridico vaticano ed ha prosciolto oggi i giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi da ogni accusa “in nome di Sua Santita’ Papa Francesco”. Una sentenza logica ma molto coraggiosa perche’ arriva dopo mesi nei quali l’Ufficio del Promotore di Giustizia della Citta’ del Vaticano e la Gendarmeria Pontificia hanno continuato a portare nuove “prove” contro tutti gli imputati.

E non sono mancate fughe di notizie e di atti processuali con i quali si volevano mettere in cattiva luce gli accusati, come la brutta pagina sui rapporti tra la Chaouqui (che ha negato) e monsignor Balda nel memoriale dettato con una prassi in realta’ sconcertante dal prelato a un funzionario della Gendarmeria. Ma non ha retto il teorema che era stato costruito, tanto che dall’accusa di associazione sono stati assolti anche Vallejo Balda, Chaouqui e Maio. Mentre monsignor Vallejo Balda ha avuto una condanna a 18 mesi solo per l’accusa di divulgazione di documenti riservati e la signora Francesca Immacolata Chaouqui ha avuto 10 mesi (pena sospesa con la condizionale) per concorso in divulgazione. Esce dal processo completamente pulito il giovane dell’Opus Dei Nicola Maio, che e’ stato assolto per non aver commesso il fatto.

“La sentenza e’ stata formulata dal Collegio giudicante in piena autonomia, con atteggiamento di giustizia e di clemenza insieme. E la sentenza si manifesta molto autonoma rispetto alle richieste dell’ufficio del promotore di giustizia”, ha affermato visibilmente contento il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, secondo il quale “il processo si e’ fatto con la piena volonta’ di rispettare le leggi e procedure previste, le esigenze del diritto e della difesa degli imputati. Con giudici e avvocati competenti e con dibattimento pubblico trasparente”. Lombardi ha ricordato anche che in aula “sono state ascoltate testimonianze assai autorevoli, come quella piu’ volte ricordata, nel dibattimento e fuori, del dottor Paolo Mieli”.

Ascoltata l’unica dichiarazione finale pronunciata tra le lacrime dalla Chaouqui (gli altri 4 imputati hanno preferito non avvalersi di questa possibilita’) che ha detto che non si sarebbe sottratta ad un eventuale arresto portando con se’ in carcere il bambino appena nato, nell’attesa della sentenza i giornalisti hanno riguardato gli appunti del processo che confermavano la totale mancanza di prove, a parte la confessione di Vallejo Balda, dalla quale tuttavia non era chiaro quali reati emergevano. E a qualcuno e’ venuto alla mente un gustoso episodio del quale e’ stata protagonista l’archivista Paola Pellegrino, una testimone: riferendo di una presunta intrusione informatica ha detto che i file sottratti dal suo pc erano in una cartella denominata “Nunzi” (parola che indica i diplomatici vaticani) e i pm hanno capito “Nuzzi” pensando di avere finalmente in mano la “prova regina”. Ma semplicemente avevano capito fischi per fiaschi.

E prove di reati anche questa volta non ce ne erano. Paola Pellegrino nel corso dell’interrogatorio ha raccontato anche di una boccia con i pesci rossi inviata dalla Chaouqui a Vallejo alla conclusione della Cosea, un gesto che alla dipendente e’ sembrato: “un avvertimento intimidatorio”. Infine c’e’ la barzelletta delle copie civette dell’Espresso che secondo Gendarmeria e pm avrebbero dovuto provare un rapporto tra la Chaouqui e Fittipaldi, che le citava su facebook e in alcuni messaggini, ma in realta’ arrivano a centinaia di indirizzi mail. Alla fine dunque con il proscioglimento dei giornalisti e la assoluzione di tutti dal reato associativo “perche’ il fatto non sussiste”, hanno vinto la giustizia e il buon senso.

“Oggi e’ una giornata storica, non solo per i cronisti ma per lo Stato Vaticano: la Corte ha espresso un riconoscimento della liberta’ di stampa come abbiamo detto fin dall’inizio. E’ un momento importante, sono emozionato. Questa e’ la base della democrazia. Questo segna con forza la svolta del Pontificato di Papa Francesco”, ha detto Gianluigi Nuzzi lasciando l’aula del processo. Ed Emiliano Fittipaldi ha aggiunto: “il Vaticano e’ stato coraggioso. Questo e’ stato un processo kafkiano per l’accusa, ma la sentenza e’ la dimostrazione di un passo indietro intelligente, il buon giornalismo se viene fatto rispettando regole deontologiche viene riconosciuto – ha proseguito il giornalista dell’Espresso – non mi aspettavo la piena assoluzione, la conclusione e’ stata molto positiva”. (AGI)