Comunità Italiana

Protesta al porto di Taranto

E’ terminata nella notte la protesta di tre lavoratori della societa’ Taranto container terminal che, ieri sera intorno alle 21, si erano arrampicati su una gru della banchina dell’infrastruttura portuale, a circa una sessantina di metri di altezza, per denunciare la situazione di crisi nella quale si trovano. L’azione dei colleghi di lavoro e delle forze di polizia, insieme ai rappresentanti della stessa societa’ Tct, li ha infatti convinti a scendere. La protesta dei lavoratori nasce a seguito dell’incontro che nella mattinata di ieri si e’ svolto tra i sindacati dei trasporti e Taranto container terminal (Tct), la societa’ insediata nel porto dal 2001, partecipata dalle compagnie Hutchinson ed Evergreen. Tct ha infatti annunciato ai sindacati che, a causa della ridotta attivita’ operativa del terminal, sarebbero stati ridotti i carichi di lavoro con conseguenze sulle retribuzioni del personale. Da rilevare che 570 addetti di Tct sono gia’ in cassa integrazione a rotazione che scade a maggio prossimo. Tct ha motivato la riduzione col fatto che Evergreen da fine settembre ha tolto l’approdo a Taranto delle navi oceaniche poiche’ l’attuale profondita’ dei fondali – per i quali e’ comunque previsto il dragaggio – non consente l’attracco delle unita’ di nuova generazione di cui la compagnia si e’ nel frattempo dotata. Non essendoci piu’ le navi oceaniche – il terminal di Taranto era scalato dalle navi della rotta Uam, Us Coast Mediterranean Service, che parte da Vancouver e attraverso Tokyo, Osaka, Shanghai, Kaohsiung, Hong Kong e Alessandria D’Egitto arriva in Italia – all’infrastruttura portuale arrivano solo due collegamenti feeder, tra cui uno di Evergreen col Pireo dove sono state ridislocate alcune delle attivita’ prima con base sul porto pugliese. In termini numerici, e’ stato calcolato che questo portera’ il terminal di Taranto da un movimento di 12mila container al mese a 2mila essendo rimasto solo il traffico da e per gli importatori locali. Di qui la netta riduzione del lavoro. (AGI)