L’idea del governatore lombardo appare semplice: utilizzare parte dei fondi messi a disposizione dall’Unione europea, e, nello specifico, le risorse del fondo sociale europeo (Fse) per il settennato 2014-20. I due programmi – Fse e fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) – hanno una dotazione complessiva di 1,940 miliardi di euro, e, rispetto al periodo precedente, 2007-2013, le risorse destinate alla Regione Lombardia sono aumentate di circa 612 milioni, stando a quanto ha riferito l’assessore all’Economia, Massimo Garavaglia. Nello specifico, per il capitolo fondi di sviluppo, sono a disposizione 970 milioni di euro (440 in piu’ rispetto alla programmazione precedente). Altri 970 milioni invece sono sul fondo sociale (172 milioni in piu’ rispetto alla programmazione precedente), da cui si vorrebbe attingere per creare la misura del reddito di cittadinanza.
“Voglio introdurre in Lombardia la prima sperimentazione del reddito di cittadinanza riservato ai cittadini residenti in Lombardia in modo coerente con le finalita’ del fondo sociale europeo”, ha esordito Maroni, in conferenza stampa a Palazzo Lombardia. Il governatore ha spiegato di avere a disposizione 220 milioni e dato incarico agli assessori regionali competenti “di definire un progetto nei prossimi giorni”. A chi gli faceva notare che l’iniziativa e’ una bandiera del M5S, ha risposto: “Per il Movimento 5 Stelle e’ una bandiera, per noi sara’ una cosa concreta. Loro chiacchierano, hanno anche qualche buona idea, noi passeremo dalle parole ai fatti. La Lombardia, prima in Italia sperimentera’ il reddito di cittadinanza”. Maroni ha indicato di voler dare “una prima attuazione” alla sperimentazione “contemporaneamente alla legge di assestamento di bilancio, fra fine giugno e luglio”. Il presidente ha quindi definito “interessante” la proposta di legge del Movimento 5 stelle (relatore Stefano Buffagni), ferma in Commissione programmazione e bilancio dal 26 marzo 2014. “Mi sono letto in questi giorni la proposta di legge presentata da loro – ha spiegato – che e’ interessante perche’ riguarda anche formazione e lavoro. Lo faremo con il coinvolgimento del mondo del volontariato, che e’ fondamentale”. “Useremo il secondo asse del fondo sociale europeo per la lotta alla poverta'”, ha detto ancora. La proposta del presidente ha, quindi, subito incontrato il favore di Movimento 5 stelle e Pd. “A due giorni dalla nostra mobilitazione nazionale, con la marcia Perugia-Assisi per il reddito di cittadinanza, Maroni si e’ svegliato dal letargo e ha dichiarato di essere orientato a definire un progetto di reddito di cittadinanza Lombardia. Ancora una volta, esattamente come nel caso di piu’ autonomia per la Regione, le buone idee del Movimento 5 Stelle dettano l’agenda della politica lombarda e Maroni e’ costretto a rincorrere”, ha commentato Dario Violi, capogruppo del M5s al Pirellone. “Noi siamo pronti a discuterne da subito”, ha affermato, dal canto suo, il segretario lombardo del Pd, Alessandro Alfieri.
“L’introduzione del reddito di autonomia era nel nostro programma elettorale per la Regione, dunque ben venga il confronto. Attenzione, pero’ – ha avvertito -: e’ un obiettivo importante e ambizioso, che richiede serieta’ e concretezza.
Non bastano gli annunci ne’ operazioni boomerang come quella sui ticket”. Gelo, invece, dai rappresentanti dei partiti di maggioranza. In particolare, dal segretario del partito di Maroni, Matteo Salvini. “Allo Stato elemosiniere, io preferisco lo Stato che abbassa le tasse e offre lavoro. Secondo me e’ un messaggio culturalmente sbagliato”, ha scandito il ‘capitano’ padano. Quindi si opporra’ alla proposta? “No, io non metto becco nelle questioni della Regione Lombardia ma questo non mi esime dall’avere le mie opinioni”. “Lui dice che si tratta di elemosina di Stato, se lo fosse avrebbe ragione ma non e’ cosi’, perche’ il fondo sociale europeo e’ un’altra cosa”, gli ha poi replicato a distanza Maroni. “Sara’ il modello lombardo di reddito di cittadinanza che lotta contro la poverta’ e l’esclusione sociale, fenomeni che purtroppo sono presenti in Lombardia tra i giovani, gli anziani e i disoccupati”. Una misura che “si realizza non attraverso l’elemosina di Stato ma con misure concrete di avviamento al lavoro”. Il governatore ha poi sottolineato che “il fondo sociale europeo ha due finalita’: inclusione sociale, attraverso politiche attive del lavoro, e lotta alla poverta’ e all’esclusione sociale. Queste due iniziative le ho messe insieme chiamandole reddito di cittadinanza in stile lombardo”. (AGI)