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Ultime battute nella campagna elettorale in vista dei referendum del 12 e 13 giugno. Nuovi sit-in e manifestazioni in programma anche oggi da parte dei vari comitati. Stamani nuovo blitz di Greenpeace contro il nucleare: calato dal Colosseo un grande striscione giallo, mentre a Firenze ne è stato steso uno a Ponte Vecchio e a Venezia è calato dal campanile di S.Marco. Solo una decina di giorni fa, gli ambientalisti si erano resi protagonisti di un altro blitz, sempre a Roma, allo stadio Olimpico, quando durante la finale di coppa Italia tra Inter e Palermo era stato dispiegato dalla copertura della Tribuna Tevere un altro grande striscione contro il nucleare.
CARDINALE TURKSON: ACQUA BENE COMUNE – La gestione dell'acqua ''deve essere un servizio che il governo rende ai suoi cittadini''. Lo ha detto all'ANSA il Cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e Pace, a margine di una conferenza stampa presso lo stesso dicastero. ''Il governo prende dai cittadini le tasse – ha specificato Turkson – e deve quindi offrire ai cittadini dei servizi, incluso il servizio dell'acqua potabile, perche' da un lato ci vuole senz'altro un sistema che funzioni e che adotti le tecnologie piu' evolute, anche a livello idrico, ma dall'altro non dobbiamo dimenticare il fatto che se esiste un governo e' per assicurare il bene comune ai suoi cittadini''.
FORMIGONI, NON VOTERO' NEMMENO QUELLI MILANESI – ''I quesiti mi paiono largamente irrilevanti o superati da nuovi provvedimenti, sia i nazionali sia i milanesi: il mio partito ha dato liberta' di voto, io non andro' a votare, avvalendomi del diritto di non votare che esiste con l'istituto del referendum'. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, interpellato sui
referendum nazionali e milanesi, a margine di un incontro con l'ambasciatore israeliano Giedon Meir.
POLVERINI, RITIRO 4 SCHEDE E SU NUCLEARE VOTO SI' – La presidente della Regione Lazio Renata Polverini ritirera' tutte e quattro le schede del referendum e, al quesito sul nucleare, votera' si'. Lo ha affermato oggi a margine di una iniziativa in Regione. ''Andro' a votare perche' ho sempre votato, faccio il mio dovere di cittadina – ha spiegato – Sul nucleare naturalmente votero' per il si', visto che nel mio programma elettorale c'e' l'energia alternativa e non quella nucleare. Per gli altri quesiti il voto e' segreto. Comunque – ha concluso – ritirero' tutte e quattro le schede''.
BERSANI, 'BERLUSCONI NON VOTA? ITALIANI SI'' – Votare o no. Anche nelle scelte dei politici, a tre giorni dall'apertura delle urne la partita del referendum si gioca tutta sul quorum. Bossi non vota, Fini sì. Il presidente della Camera è, come il capo dello Stato, dell'idea che andare alle urne sia un "dovere" civico. Al contrario, nel centrodestra si rivendica il "diritto" ad astenersi. Mentre il centrosinistra suona la carica della mobilitazione per "quattro sì". Ma esplode il caso del voto all'estero, che rischia, secondo Antonio Di Pietro, di compromettere il raggiungimento del quorum sul nucleare. I circa 3,2 milioni di italiani residenti oltreconfine, hanno infatti votato prima del 2 giugno. Ma il quesito per bloccare il ritorno all'atomo è stato riformulato solo il 6 giugno. "E' impossibile una nuova stampa delle schede", ha spiegato oggi il ministro Elio Vito. Insomma, quel che fatto è fatto. Ma che ne sarà dei voti espressi? Saranno conteggiati? E soprattutto, varranno ai fini del quorum? Su questo si pronuncerà la Corte di Cassazione, ma solo dopo lunedì, a urne chiuse. Ma se, come Antonio Di Pietro paventa, i voti espressi all'estero saranno decisivi per il successo della consultazione ("il quorum passa di fatto dal 50+1 al 58%"), il leader dell'Idv ha già pronte le contromosse. Prima dell'inizio dello spoglio presenterà infatti alla Cassazione un'istanza per chiedere ai giudici di far valere per il nucleare un "quorum ridotto", sottraendo dal calcolo i non residenti in Italia, che su quel tema non hanno potuto esprimersi. Ma se ciò non dovesse avvenire, Di Pietro è pronto anche a sollevare un conflitto d'attribuzione davanti alla Consulta contro il governo, per non aver permesso a tutti gli italiani di esprimersi. Intanto, però, la partita del quorum si gioca innanzitutto sulla scelta degli italiani di andare alle urne piuttosto che al mare, domenica.
Fonte: Ansa