Renzi, ora basta odio fino al 2018
Ce l’ha con chi “ha preso in ostaggio i social network”, con i grandi esperti che “hanno parlato di spallate e di sconvolgimenti”, con una parte della classe dirigente che “vive solo su facebook e su twitter”, con “la vecchia politica autoreferenziale”. Matteo Renzi nel commentare l’esito del referendum sulle trivelle si è presentato davanti alle telecamere per dire che “gli sconfitti di questo referendum hanno nomi e cognomi”. “Qualche consigliere regionale, qualche presidente di regione”, tutti coloro che “ora faranno una esibizione e diranno di aver vinto nonostante abbiano perso”, chi ha voluto questa consultazione “solo per fare una conta interna e a scopi personali”. Ebbene a costoro il presidente del Consiglio manda a dire che “la demagogia non paga”. “Il governo non si ascrive tra i vincitori” e che chi ha votato merita rispetto” ma “il risultato e’ netto, chiaro”. Bisogna festeggiare, alzare i calici “per quei lavoratori che non hanno perso il posto di lavoro”. Eppure, aggiunge Renzi, “ho sofferto per la scelta del non voto”, una scelta decisa “per non mandare in crisi un intero settore” ma il premier “sta dove si rischia anche un posto di lavoro”. Invece di sprecare 300 milioni per un referendum che “si poteva evitare” le regioni “pensino ai depuratori”, “non possiamo accettare lezioni da chi pensa alle piattaforme e poi si disinteressa della raccolta differenziata”. Ma Renzi dopo le divisioni sul referendum, dopo aver visto “una campagna elettorale” basata “su un odio sconsiderato” invita italiane e italiane a “mettere da parte le polemiche. Basta con la vecchia politica, fino alle elezioni del 2018 – è l’appello di Renzi – concentriamoci solo sull’Italia, che e’ uno scrigno, facciamo che torni ad essere un punto di riferimento”, che si “superi questa guerra civile” e si pensi solo al bene del paese. “Noi – promette Renzi – faremo dell’Italia il Paese piu’ verde d’Europa ma il passaggio alle energie rinnovabili non si puo’ fare da qui a domattina”. (AGI)