Il Tar, dunque, considerata “l’urgenza” di dare una risposta definitiva sulla questione non si è limitato alla richiesta cautelare e ha deciso nel merito della controversia. Secondo i giudici amministrativi, l’individuazione del quesito contestato è riconducibile alle ordinanze adottate dall’Ufficio Centrale per il referendum della Corte di Cassazione ed è stato successivamente recepito dal Presidente della Repubblica nel decreto impugnato con il ricorso di M5S e Sinistra italiana. La sentenza del Tar rileva che “sia le ordinanze dell’Ufficio Centrale per il referendum sia il decreto presidenziale, nella parte in cui recepisce il quesito, sono espressione di un ruolo di garanzia, nella prospettiva della tutela generale dell’ordinamento, e si caratterizzano per la loro assoluta neutralità, che li sottrae al sindacato giurisdizionale”.
Eventuali questioni di costituzionalità della legge sul referendum, secondo i giudici amministrativi, “relative alla predeterminazione per legge del quesito e alla sua formulazione, sono di competenza dell’Ufficio centrale per il referendum, che può rivolgersi alla Corte Costituzionale”.
Intanto sono arrivate le prime reazioni. A inziare dal capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta: “Il Tar ha respinto il ricorso presentato da M5s e SI per difetto giurisdizionale, ma non ha dato alcun giudizio sul quesito, non ha assolutamente detto che il quesito è ‘neutrale’, come titolano alcune agenzie di stampa”, scrive su Facebook Renato Brunetta. Il capogruppo FI alla Camera ritiene che “nel merito il ricorso non è stato bocciato e sono certo che gli amici del fronte del ‘No’ andranno avanti con questa battaglia di verità in merito ad un quesito truffa che rischia di influenzare e disorientare l’elettorato. Renzi dovrebbe riflettere a tal proposito”.
“A noi non interessa questa guerra di carte bollate, a noi interessa solo portare la gente a votare No”ha commentato Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega Nord al Senato. “Questa riforma cambia in peggio il Paese, togliendo servizi ai cittadini con la centralizzazione delle competenze regionali come la sanità e i trasporti. Noi – conclude – vogliamo esportare l’eccellenza veneta e lombarda al Sud, non vogliamo omologarci ai disservizi del resto d’Italia”.
Per il presidente del gruppo Misto alla Camera, Pino Pisicchio: “Il pronunciamento del Tar non sorprende, è un esito coerente con le premesse. Bastava leggere il titolo durante il lungo dibattito per avere cognizione di quale sarebbe stato il quesito referendario. Ora, messe da parte le querelle giudiziarie, confrontiamoci sul merito della riforma. La modifica di 47 articoli della Costituzione è tema troppo importante per poter essere ridotto a una guerra di slogan”.(AGI)